L’impegno della “Dante” in Alto Adige
Lingua e cultura al nostro tempo: intervista al presidente Giulio Clamer
Fondata nel lontano 1889 da un gruppo di intellettuali guidati da Giosuè Carducci, la Società Dante Alighieri è ancora oggi impegnata nella valorizzazione, promozione e diffusione della lingua e della cultura italiana.
Presente in quasi tutte le province d’Italia, oltre che in sessanta Paesi esteri, in Alto Adige la SDA conta due sedi: Bolzano e Merano. In occasione dei settecento anni dalla morte del Sommo Poeta, evento celebrato con un ricco calendario di iniziative che - vista la precarietà del momento - vi invitiamo a consultare sul sito ufficiale www.dabolzano.it, abbiamo incontrato Giulio Clamer, presidente del comitato bolzanino della Società.
In un momento storico così particolare, quali crede siano le emergenze in ambito culturale?
Cultura significa respiro di vita per ciascuna persona e per la società in generale. La cultura, anche se non sempre ce ne accorgiamo, sta alla base di ogni nostra azione o pensiero, delle condizioni ideali, intellettuali, psicologiche, spirituali e pure anche economiche delle nostre scelte. Quanto alle emergenze nel tempo inedito della pandemia, rimane in primo luogo quella di creare nuove forme di incontro culturale: restano sempre valide le forme della lettura, della fruizione multimediale, dell’ascolto di testi, musiche ecc. Ma si pone quale modalità forte il bisogno di scambio interpersonale diretto. essendo questo ora gravemente limitato. Ci sono le soluzioni delle iniziative online, che però non sono a portata di tutti e comunque non soddisfano abbastanza il bisogno di comunicazione de visu. Purtroppo in tutte le disposizioni normative antipandemia si affronta solo indirettamente la questione e gli incontri culturali in presenza restano tra le modalità espressive più mortificate, motivo per molti di tristezza e depressione.
Una provincia bilingue, popolata da gente di diversa provenienza, al confine con la Svizzera e l’Austria: che obiettivi e priorità si pone la SDA nel nostro territorio?
Anche in occasione degli eventi del centenario di vita della “Dante” bolzanina (2019) si è ribadito il taglio interculturale che la nostra associazione assume nella realtà altoatesina. Abbiamo frequenti iniziative che valorizzano la cultura dei tre gruppi linguistici: premiazioni di concorsi per studenti, scelta di opere, autori e relatori, certificazione linguistica. In tutti questi ambiti resta come oggetto di attività la cultura e la lingua italiana, ma diversamente vissuta e apprezzata nelle diverse culture locali. Non mancano poi relazioni e scambi con i comitati della “Dante” in Svizzera, Austria e Germania.
Internet, social media e messaggistica istantanea condizionano il nostro modo di scrivere. Quali sono le conseguenze sulla nostra lingua?
Certamente tali mezzi non sono tanto amici di nessuna lingua e cultura classica del mondo, ferma restando l’assoluta predominanza dell’inglese. Direi tuttavia che questi mezzi costituiscono per certi versi un nuovo ambito culturale. Il pericolo è che le persone si limitino esclusivamente all’esperienza con gli stessi.
Spesso gli italiani soffrono di un senso di inferiorità rispetto a molti paesi esteri che ritengono più civili e progrediti. Pensando all’impegno della Società nella promozione della cultura italiana all’estero, quali confortanti eccellenze vuole ricordare ai nostri lettori?
È verissimo che è molto più alta la percezione del valore della cultura e della vita in generale italiana tra chi si trova all’estero che non fra gli italiani che risiedono in patria. Lo rileviamo regolarmente nei congressi mondiali della “Dante”, l’ultimo a Buenos Aires nel 2019. Nel mondo sono richiestissimi i progetti che pongono in luce i nostri grandi della letteratura - pensiamo in particolare a Dante - ma anche della musica, della scienza e dell’arte. Nei quasi 500 comitati sparsi nel mondo, la “Dante” propone iniziative di conoscenza della lingua italiana - la quarta più studiata e amata, specie a livello alto ed accademico - nonché di moda, cucina, paesaggi e altro della nostra nazione. E facciamo sempre bella figura! Non possiamo dire lo stesso per l’incertezza politica nel nostro Paese: incertezza che dipende molto dallo stile interno che privilegia le visioni pessimistiche e le divisioni delle parti.
I fenomeni migratori stanno ampliando e variegando la composizione della nostra società. Quali strumenti e iniziative culturali pensa possano contribuire all’integrazione dei nuovi arrivati?
Vediamo con chiarezza che le migrazioni costituiscono sempre più un fenomeno costitutivo del nostro tempo. Al di là dei punti di vista, pare inevitabile la realtà di nuovi equilibri esistenziali favoriti dagli stessi mass-media. Più che nell’impedire che ciò avvenga, cosa probabilmente impossibile, pare importante ricercare modalità nuove di convivenza, a partire dalla valorizzazione della nostra lingua e cultura e insieme della conoscenza e interazione consapevole con le altre culture. La Società Dante Alighieri, nata sul finire dell’800 per sostenere gli italiani sparsi nel mondo, oltre a mantenere questo ruolo ha assunto decisamente quello di offrire la nostra ricchezza culturale in tutte le realtà dove è presente anche ai cittadini locali, condividendo peraltro e cogliendone le rispettive ricchezze. Negli ultimi anni ha creato centri di formazione e di certificazione dell’italiano in vari Paesi a favore dei cittadini stranieri che per varie ragioni intendono giungere in Italia.
[Mauro Sperandio]