I videogiochi senza pregiudizi
Game Ground, il festival del videogioco organizzato in ottobre a Bolzano dall’associazione BeYoung (UPAD) con il sostegno dell’Ufficio Politiche Giovanili della Provincia di Bolzano, non si è limitato a proporre postazioni (console, cabinati arcade) visitabili e completamente giocabili in maniera gratuita in vari luoghi della città, ma ha provato a cambiare la prospettiva con cui, non solo in città, si guarda al mondo dei videogiochi.
Come ha spiegato il direttore editoriale della manifestazione Lucio Campani, “abbiamo creato un palinsesto di eventi dal vivo che mostrano l’importanza dei video-giochi nella cultura popolare. Un approccio culturale che credo aiuti a comprendere meglio quel mondo e possa spingere verso una riflessione non banale grazie a conferenze che evidenziano le importanti professionalità del settore e gli stretti rapporti che lo collegano alle scienze umane”.
Un settore economico e un mondo culturale troppo spesso coperto dal cono d’ombra delle “dipendenze” o delle “patologie” che invece intreccia tecnologia, creatività, aspetti economici e culturali come pochissimi altri.
“All’inizio, negli anni Settanta — spiega Campani — gli autori dei videogiochi erano dei tecnici, dei programmatori, ora sono degli artisti. Se i primi videogame erano ispirati al cinema, Space Invaders era chiaramente figlio del cinema di fantascienza, oggi succede il contrario con il cinema che si ispira ai videogiochi sotto vari aspetti. Ma sono mondi che, ovviamente, si arricchiscono reciprocamente”.
Il successo planetario di “Squid Games”, che ha una struttura chiaramente ispirata al gaming, dovrebbe averlo chiarito definitivamente, ma gli esempi sono numerosissimi.
Chiarita la dimensione economica e culturale del fenomeno, si possono comprenderne meglio anche le enormi potenzialità: “I videogiochi sono in grado di sviluppare la capacità percettiva — continua Campani — possono essere utilizzati come strumenti educativi e anche quando non sono creati appositamente per questo, aiutano, per esempio all’apprendimento delle lingue, in quanto ci si abitua a confrontarsi con giocatori di tutto il mondo”.
Inevitabilmente, però, si correla il mondo dei videogiochi all’isolamento, al gioco in solitudine. Anche in questo caso, spiega Campani, le cose sono più complicate: “Credo sia molto interessante affrontare la questione dopo i due anni appena trascorsi. Perché il gioco on line ha permesso ai ragazzi di continuare a giocare con altri anche durante il lockdown, si sono annullate le distanze, mentre ora si sta riscoprendo il gioco di prossimità, la possibilità di giocare uno accanto all’altro in un luogo fisico. È una dimensione contraria allo stereotipo dell’isolamento sociale”.
Il punto centrale sembra un altro: “Il videogioco non spegne le menti e veicola una notevole quantità di nozioni di tipo culturale, ovviamente si può fare un buono o cattivo uso di questi strumenti, ma è innanzitutto una questione di educazione e Game Ground si occupa approfonditamente proprio di questo aspetto. Abbiamo organizzato una serie di eventi e incontri rivolti a genitori, educatori e ragazzi per aiutare a comprendere le potenzialità di questi strumenti e suggerire una fruizione consapevole perché i videogiochi possono essere degli alleati anche nel processo educativo”.
Gli eventi sono stati pensati per chi volesse incominciare ad avvicinarsi a questo mondo vastissimo e giocoforza interessante, cercando di evitare le trappole dei facili pregiudizi. Come sembra avvenga, per esempio, a molti appassionati di arte contemporanea.
“A dire il vero, moltissimi artisti stanno studiando e utilizzando gli strumenti di realtà aumentata e virtuale e il mondo accademico, in particolare quello italiano, è molto attento alla sua evoluzione a alle nuove sfide a cui siamo sottoposti. Purtroppo, una parte del pubblico di musei e gallerie d’arte considera ancora i videogiochi un passatempo per ragazzini e non ne coglie l’aspetto creativo. Da questo punto di vista credo che Game Ground sia stata una buona opportunità per comprendere meglio il contesto e quindi agire di conseguenza. Devo dire che Bolzano ha reagito benissimo alle nostre proposte, l’affluenza è stata alta e siamo contentissimi delle numerose adesioni degli eventi non ludici. Da questo punto di vista abbiamo avuto riscontri davvero importanti”.
Game Ground e i relativi eventi di approfondimento si sono tenuti in maniera diffusa frail 14 e il 24 ottobre nei seguenti spazi di Bolzano: Museo Mercantile, Centro Trevi, UPAD, Twenty, NOI Techpark, Museion, Spazio Young e Teatro Rainerum.
[Massimiliano Boschi]
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