Il grande jazz torna a Lana e dintorni
Ottava edizione: il 13 aprile preopening, il via ufficiale sarà dato il 30 aprile
Lana meets Jazz accende otto candeline e la passione di tutti i fan di genere che sin dall’inizio hanno mostrato di ben gradire la creatura targata Sweet Alps Productions.
Dopo il chiassoso preopening di sax baritoni Barionda (con la celebrità austriaca Klaus Dickbauer, Massimiliano Milesi, Helga Plankensteiner, Giorgio Beberi, sostenuti dal drumming di Mauro Beggio, il 13 aprile alle ore 18 presso il centro giovanile Jux di Lana), la rassegna musicale si aprirà poi ufficialmente il 30 aprile, data fatidica visto che dal 2011 l’UNESCO l’ha elevata a Giornata internazionale del jazz, per concludersi il 5 maggio.
Festival di movimento, non solo con riferimento alle molteplici sedi che ospitano gli eventi ma soprattutto per la proverbiale capacità di coinvolgimento artistico nella kermesse di giovani studenti delle scuole di musica e di jazzisti locali, Lana meets Jazz non si fa però mai mancare qualche nome di punta del panorama internazionale, quest’anno due mostri sacri come il pianista norvegese Bugge Wesseltoft (30/4 ore 20.30, Raiffeisensaal Lana) e il chitarrista britannico Philippe Catherine (1/5 ore 10.30 Bibliothek im Kultur Lana).
Il primo, Bugge da pronunciarsi “Boogie” come in boogie-woogie, da oltre vent’anni s’è reso alfiere di una new conception of jazz che ha svecchiato la grande tradizione nordica di marca ECM, mescolandola a suoni elettronici e ritmi dance senza venir meno al suo carattere onirico. Dopo l’esperienza del 2018 con il dj e produttore Prins Thomas, Wesseltoft porta ora in tour il nuovo lavoro “Rymden” (Spazio), con gli svedesi Dan Berglund al basso e Magnus Öström alla batteria (in pratica due terzi degli E.S.T. del compianto Esbjörn Svensson), sunto di riflessioni e odissee per ricondurre in forma acustica tutte le scoperte fatte in questi anni contravvenendone le regole.
Di Philippe Catherine, presentatosi al mondo nel 1971 con il disco “Stream” prodotto dal cantante e attore francese Sacha Distel, diremo che è attivo sin dai ‘60 con Dexter Gordon, Niels-Henning Ørsted Pedersen, Richard Galliano, Charles Mingus, Charlie Mariano, Stéphane Grappelli, Toots Thielemans, Robert Wyatt, Jean-Luc Ponty, Larry Coryell, Carla Bley, oltre a militare nel gruppo rock Focus alla metà dei Settanta e poi ritrovarsi a fianco dell’ultimo Chet Baker negli anni Ottanta. Il leggendario chitarrista, di padre belga e qui accompagnato dai germanici Paulo Morello (chitarra) e Sven Faller (basso), presenterà il cd che il trio dovrebbe presto vedere pubblicato su etichetta Enja.
Tra gli altri fiori all’occhiello della rassegna c’è Odwalla del percussionista piemontese Massimo Barbiero (1/5 ore 18 in piazza Municipio, Lana), chiaro tributo all’Art Ensemble of Chicago ma di sole percussioni, canto e danza, un progetto che prevede l’inserimento di numerosi artisti africani residenti in Italia. Conosciutisi nella Vienna Art Orchestra, il trombettista e flicornista svizzero Matthieu Michel con il pianista Jean-Christophe Cholet (3/5 ore 21.30, Laurin Bar di Bolzano), saranno accompagnati da Didier Ithursarry alla fisarmonica e Quentin Cholet alla batteria.
L’armstronghiano swing dell’attempato clarinettista milanese Vittorio Castelli con i suoi Jambalaya Six (4/5, ore 17 osteria Pfefferlechner Lana), una Vocal Night con undici delle migliori cantanti altoatesine (2/5, ore 21.00, Lana Hotel Schwarzschmied), la suite d’ispirazione mahleriana della Sweet Alps Jazz Orchestra firmata Michael Lösch (5/5, ore 18.00, Ansitz Rosengarten, Lana), sono solo alcuni dei tantissimi eventi di un festival jazz che ormai insidia il blasone di quello bolzanino: e se di due ne facessimo uno?
[Daniele Barina]