Un mese breve ma ricco di spettacoli
A febbraio arrivano grandi nomi e compagnie in tutta la provincia
Commedie importanti e attori qualificati garantiscono qualità, anche nel mese di febbraio, ai tanti spettacoli distribuiti nei teatri provinciali.
È il caso di L’importanza di chiamarsi Ernesto di Oscar Wilde, al Teatro Comunale di Bolzano dal 28 febbraio al 3 marzo nella versione del prestigioso Teatro dell’Elfo di Milano. Errori di identità, fidanzamenti segreti e intrecci amorosi alimentano un umorismo caustico e brillante di stampo anglosassone, capace di smaschera la falsa coscienza di una società che fonda la propria morale sul denaro e sulla contraddizione tra onestà e menzogna, di allora come di oggi. Nello stesso teatro è attesa la commedia musicale Il conte Tacchia (giorno 5, La Musa Leggera) che Enrico Montesano ha liberamente tratto dall’omonimo film del 1982 diretto da Sergio Corbucci e da lui stesso interpretato, per raccontare in chiave comico-brillante le stravaganti avventure vissute nella Roma di inizio Novecento da Adriano Bennicelli detto il Conte Tacchia per via delle sue origini di artigiano.
Al Teatro Comunale di Gries c’è l’imbarazzo della scelta. Ritorna, come primo ospite della “Stagione Gries Galleria Telser” curata dal Teatro Stabile, il funambolico e dissacrante performer Antonio Rezza con Anelante scritto con Flavia Mastrella (7 febbraio). Si tratta di uno spettacolo basato su una gestualità frenetica e dirompente a sostegno del vorticoso fiume di parole che sbeffeggiano con mordace nichilismo la famiglia, la politica, il sesso, la psicoanalisi. Il secondo ospite è Marta Cuscunà che ne Il canto della caduta (giorno 27) racconta il mito del regno dei Fanes incentrato sulla figura della principessa Dolasilla, costretta dal padre a trasformarsi in guerriera e avviare il declino di un regno pacifico a matriarcale. L’artista adotta il linguaggio del teatro di figura sostenuto dal movimento di personaggi meccanici e da tecnologie industriali. Trattato di economia di Roberto Castello e Andrea Cosentino è un originale progetto di gesto e parola, che intende sviluppare un discorso intorno alla scienza finalizzato alla liberazione dell’umanità dalla sottomissione ai bisogni mediati dal denaro (il 26, rassegna Corpi eretici). Con L’ultima notte di Bonhoeffer Pino Petruzzelli apre il ciclo dell’”Arte del far ridere” (Circolo La Comune, 3 febbraio): l’attore recita pensieri, ricordi, riflessioni dell’ultima notte vissuta nel lager di Flossenbürg da Dietrich Bonhoeffer, pastore luterano e teologo che partecipò alla resistenza contro Hitler. Con il cielo e le selve dello stesso Petruzzelli è un omaggio a Mario Rigoni Stern e alla sua peculiare poetica della natura ammirata nella sua bellezza assoluta. Allo spettacolo-concerto Il Sig. G. (il 13) della Band Giorgio Gaber, segue È l’uomo per me (il 28) scritto e diretto da Marina Thovez anche interprete con Mario Zucca di una divertente commedia in cui si bersaglia lo Star System rappresentato da un’attrice di basso livello alle prese con un provino per uno spot televisivo e pronta a tutto per trovare in un colpo solo amore e successo.
Piuttosto interessante si presenta anche il cartellone del Teatro Cristallo di Bolzano. Primeggiano Le baruffe chiozzotte del Teatro Stabile del Veneto (17 febbraio, a completamento della tournée provinciale con tappe a Brunico, Haus Michael Pacher il 12; Vipiteno, Teatro Comunale il 13; Bressanone, Forum il 14; Merano, Teatro Puccini il 16), spumeggiante e corale commedia di Carlo Goldoni legata ai ritmi della Commedia dell’Arte. Si raccontano con vivacità popolare le tante schermaglie amorose interne a una piccola comunità di donne e pescatori. Altrettanto coinvolgente, pur di altro respiro, è Bad Lambs, coreografia e regia di Michela Lucenti (rassegna Corpi eretici, il 7). Ne sono protagonisti uomini menomati da incidenti stradali affiancati da alcuni danzatori diversamente abili con i quali liberano la fantasia con la danza, la parola, la poesia. Il Teatro Cristallo partecipa alla “Giornata per la memoria e l’impegno in ricordo delle vittime innocenti di tutte le mafie” con Cosa Losca di Mario Sacchetti e Silvia Nanni, liberamente ispirato a La mafia spiegata ai ragazzi di Antonio Nicaso. E l’attenzione alle questioni storiche prosegue con il lavoro di Sandra Passarello che cura Diario 1941-1943. Ester (Etty) Hillesum (22 febbraio), giovane donna deceduta ad Auschwitz dopo aver maturato una nuova e profonda sensibilità verso il divino capace di rafforzare l’anima e l’amore per la vita. C’è spazio espressivo anche per le filodrammatiche con Sorelle. Dio vede e provvede (il 10, compagnia di Lizzana) e con In cerca di…Enrico IV (il 24) della compagnia Castello Errante di Conegliano per uno spettacolo liberamente tratto dal dramma di Pirandello richiamato nel titolo e contaminato di spunti da Pinter e dal teatro dell’assurdo.
Al Teatro di San Giacomo è in scena I tre nasoni (23 febbraio, Cooperativa Teatrale Prometeo), gustoso spettacolo d’attore e musicale per bambino che impegna la principessa Concettina nella scelta del regalo più bello tra quelli offerti dal corteggiatori del titolo.
Prosegue al Teatro Gino Coseri di Laives il 39° Concorso Nazionale del Teatro Dialettale Stefano Fait con due allestimenti: I promossi sposi (giorno 8, compagnia Teatro delle Arance) dal romanzo di Manzoni adattato al dialetto veneto, mentre risulta scritta in calabrese Volpi e Galline (giorno 22, compagnia Code 8&9), commedia ispirata al film Parenti serpenti di Mario Monicelli.
Anche al Teatro Puccini di Merano si registrano diversi appuntamento per iniziativa dell’Unione Italiana Libero Teatro che ha invitato la compagnia Tarvisium Teatro con la commedia brillante Il clan delle vedove di Ginette Beauvais Garcin (3 febbraio), il Teatro Armathan con Revoluciòn ossia il riscatto umano degli emarginati sociali per un futuro diverso e migliore (il 10), la compagnia meranese Maidiremai impegnata ne Il cuore non è una scatola di scarpe, commedia ambientata negli orti comunali dove si vivono rapporti di amicizia, gelosie, gesti di solidarietà ma anche imprevisti (il 24 febbraio).
[Massimo Bertoldi]