Ettore Frangipane, da boyscout a scrittore
Nel 2019 il noto vignettista bolzanino pubblicherà una biografia top secret
Quest’anno cadono i 160 anni dalla seconda guerra d’indipendenza ed Ettore Frangipane, assieme al suo “Garibaldi sullo Stelvio”, festeggia il tutto esaurito. Il libro è andato letteralmente a ruba; ne sono rimasti soltanto settanta esemplari. Ma questo non è l’unico successo editoriale del ragazzo che è partito come boy-scout ed è arrivato a scrivere romanzi.
Ettore, come è stato lavorare per il progetto “Bolzano Scomparsa”? Qual è stata l’idea di fondo?
Sono affezionato alla mia Bolzano e pertanto mi sono sempre interessato alle sue vicende. Dopo i primi due numeri della serie Bolzano Scomparsa l’editrice non voleva proseguire (“scarso interesse”, diceva). Allora ho cambiato editore passando a Curcu&Genovese di Trento, che mi ha ristampato i primi due numeri e poi altri otto. Raggiunta quota dieci, quest’anno uscirà con il primo volume di una serie nuova: “Bolzano da scoprire”.
Raccontaci la tua prima volta: il tuo primo scritto e la tua prima pubblicazione.
Ho incominciato scrivendo racconti che hanno ottenuto qualche riconoscimento in RAI. Poi, andato in pensione, sono stato invitato dalla Provincia a scrivere un volume sulla storia dello sport in Alto Adige (“Solo per sport”). Attingevo a giornali di anni lontani e sfogliandoli ho iniziato a leggere altre storie, interessanti e curiose, che inoltravo via via alla carta stampata sotto forma di articoli. Piacevano. Ho pensato allora di raccogliere quegli articoli e di farne altrettanti libri. Ed è così che è nata la serie “Bolzano Scomparsa”.
Da quale idea sei partito per scrivere Requiem a Bolzano?
Anche per “Requiem a Bolzano” lo spunto è arrivato dalle cronache del passato. Ho scritto una storia a luci rosse, di fantasia, su un uomo inopinatamente scomparso, immergendola nelle cronache dei tanti femminicidi avvenuti a Bolzano in passato. Tra questi figura anche il caso dell’assassino seriale Marco Bergamo. Questo volume ha avuto un seguito in “Il vento di Tindari”, giallo di fantasia, ambientato nella cittadina siciliana dove mi era stato assegnato il secondo premio del concorso nazionale “Il Narratore” per “Garibaldi sullo Stelvio”. Ricordo che i concorrenti erano 800.
E le tue vignette? Torneranno?
Ho previsto due volumi per quest’anno: con il professor Giorgio Dobrilla, che ha scritto i testi, ho disegnato le immagini di “Parlare al deserto”. E poi uscirà “Sorrydendo con Frangi (3)”, il terzo volume di una serie iniziata una decina di anni fa.
Gli scrittori non smettono mai di avere progetti: cosa ti frulla per la testa e cosa invece è già in programma?
Ho tante idee, forse troppe. Ma debbo tenere i piedi saldi in terra e pensare a quel che sto scrivendo ora: una biografia che mi è stata commissionata, ma che non intendo rivelare. Si saprà entro quest’anno.
[Matthias Graziani]
Ettore Frangipane è nato a Bolzano nel 1934 ed ha indossato negli anni più divise: Figlio della lupa, balilla, chierichetto, boy-scout e alpino. Si è laureato in giurisprudenza ed ha lavorato una quarantina di anni alla RAI, terminando la sua carriera come radiotelecronista e inviato speciale per lo sport (11 Olimpiadi).
Disegna vignette, settore nel quale ha ottenuto diversi premi; ma non concorre più da anni. “Tempo perso, e io ne ho poco”, dice. Sue vignette compaiono inoltre in una dozzina di libri. Quest’anno ne appariranno due: “Sorrydendo con Frangi n°3” e “Parlare al deserto”, con testo del professor Giorgio Dobrilla.
Ha pubblicato oltre una trentina di libri, tra i quali la serie (10 volumi) di “Bolzano Scomparsa” e poi “Solo per Sport”, “Garibaldi sullo Stelvio”, “Requiem a Bolzano”, “Il vento di Tindari”, “Il pensionato” e “Sara Scrive”; quest’ultimo sugli editori che pubblicano a pagamento. Ossia: senza pagare gli autori, ma facendosi pagare. Ha due figlie che a loro volta si fanno valere nel settore del giornalismo: Valeria lavora al quotidiano “Alto Adige”, Silvia è nell’ufficio stampa della scuderia “Ferrari”. E gira il mondo. La moglie Giannella ha insegnato italiano, latino e storia nelle superiori. Infine la nipote Veronica ha fatto sci agonistico e ora gareggia nel settore della vela, azzurra in categoria juniores. Fa regate un po’ dappertutto, anche all’estero, ed è brava a scuola. Come lo fu suo nonno.