La gioia di fare teatro con bambini e ragazzi
Intervista a Lorenza Pallaoro, regista della Piccola Filo di Laives e Bronzolo
Divertire e trasmettere la passione per il teatro ai giovanissimi: questo l’obiettivo di Lorenza Pallaoro, regista e fondatrice della Piccola Filo di Laives e Bronzolo.
Il suo gruppo di giovani attori calca i palcoscenici regionali da quasi 10 anni con spettacoli e commedie in dialetto trentino. Il ricavato degli spettacoli è sempre devoluto a scopo benefico e solidale. Conosciamo meglio Lorenza, i cui occhi a sentire la parola teatro iniziano subito a brillare.
Come è nata l’idea di avvicinare bambini e adolescenti all’arte teatrale?
Sin da piccola ho nutrito una grande passione per il teatro e la gioia che ti trasmette questa arte è semplicemente unica. I giovani devono sprizzare gioia da ogni parte e quindi l’accoppiata nasce spontanea.
Cosa significa per te dirigere giovanissimi attori e qual è il riscontro che noti?
Io mi diverto moltissimo dietro le quinte e quando vedo che questo divertimento è condiviso anche con i più piccoli, torno bambina pure io. Ho iniziato a recitare a 20 anni perché prima non vi erano grandi opportunità per fare teatro nel mio paese. Pertanto vedo nei miei ragazzi l’occasione di fare ciò che non ho potuto fare io da piccola. Ho la fortuna poi di avere un gruppo molto affiatato e che si impegna sempre. Quando noto che il nostro impegno è apprezzato dal pubblico e dalla comunità, non può che farmi piacere.
A tuo modo di vedere, quanto è importante per un ragazzo mettere piede su un palcoscenico nello sviluppo della propria personalità?
Secondo me molto. L’aria che si respira su un palcoscenico, anche nell’interpretare un piccolissimo ruolo, responsabilizza il giovane e lo porta ad essere parte di un progetto. Le finalità benefiche e solidali dei nostri spettacoli rendono poi ancora più importante il contributo dei ragazzi, sia per la comunità che per loro stessi. Ovviamente c’è chi è più timido o ha più difficoltà, ma nel corso degli anni ho notato come vi sia una vera e propria crescita dell’autostima del ragazzino. Una maturazione sia a livello personale che sul piano relazionale. Il teatro permette, infatti, di sviluppare veri e propri valori come l’altruismo o il saper ascoltare chi ti sta vicino. Ciò non può che andare a beneficio della personalità di qualsiasi individuo.
A cosa ti ispiri quando scrivi una nuova sceneggiatura?
Principalmente ai grandi classici. “Grease” e “Sette spose per sette fratelli” ad esempio li ho riadattati rispettivamente in “Grease e… Vert” e “Sette sposi per sette sorelle”. In questo modo è più semplice anche per i ragazzi seguire il filo della storia. Tuttavia, bisogna sempre essere in grado di sapersi adattare ed essere flessibili al cambiamento. A mio parere esiste un disegno già prestabilito sia per un pezzo teatrale così come per qualsiasi cosa nella vita, ma è compito della persona stabilire il modo migliore per completare questo disegno, attraverso azioni, modifiche e cambiamenti. Quindi può capitare che adatti le caratteristiche dei personaggi a quelle dei miei attori.
Tutti i tuoi spettacoli vengono recitati in forma dialettale. A cosa è dovuta questa scelta?
A me piace il dialetto trentino, lo considero la mia madrelingua e pertanto ne sono una grande sostenitrice. Lo reputo un vero e proprio valore culturale perché in Alto Adige esisteva e, anche se in forma minore, esiste ancora oggi. Il dialetto permette di capire le radici di questa terra. Certo all’inizio i bambini hanno qualche difficoltà a comprendere il significato di una battuta, tuttavia il loro entusiasmo nel cimentarsi con questa lingua è notevole. Pertanto penso che in futuro comprenderanno questa mia scelta e considereranno il dialetto come un valore aggiunto.
Iniziative e spettacoli in programma?
È già attivo il circuito di solidarietà Divertiamoci & more in sinergia con i circoli teatrali di altri paesi della Bassa Atesina. Con questo progetto diamo sostegno a nuclei famigliari bisognosi come già accaduto con una famiglia di Salorno o con le famiglie terremotate di Acquasanta Terme nelle Marche. Per il futuro ancora non ho in mente un nuovo spettacolo. I ragazzi crescono, ma per fortuna è già in corso un ricambio generazionale. Mi lascio quindi ispirare da nuove idee.
[Fabian Daum]
COS’È LA PICCOLA FILO?
La Piccola Filo di Laives e Bronzolo debutta nel febbraio 2010 e da allora mette in scena spettacoli interpretati da 24 bambini e adolescenti alle prime esperienze teatrali sui palcoscenici dell’intera regione. A dirigere questa compagnia è Lorenza Pallaoro di Bronzolo, grande appassionata di teatro e con un occhio di riguardo per il bene della comunità. Gli incassi dei suoi spettacoli, infatti, oltre a finanziare le scenografie e le attività della compagnia, vengono sempre devoluti per nobili cause. A beneficiarne sono già state una famiglia di Salorno, le famiglie terremotate delle Marche, alcune zone dell’Africa e la Parrocchia di Bronzolo, che ha così potuto comprare i vestiti per i bambini della prima comunione. La compagnia è sostenuta dalla Filodrammatica di Laives e in nove anni di attività può già vantare 40 spettacoli.
REPERTORIO
Whisky de Strabauz (2010)
El corsaro Botola (2012)
Grease… e verd (2016)
7 sposi per 7 sorelle (2018)