Incontri d’arte in via Rosengarten
Antonella Cattani Contemporary Art Gallery, una lunga passione di famiglia
Da oltre venticinque anni Antonella Cattani si dedica all’arte. Come? Con professionalità, intuito e senza badare troppo ai trend di mercato.
Antonella Cattani, si diventa gallerista per professione o vocazione?
Per come sono io, unirei le due cose: per vocazione perché l’interesse e la passione sono importanti, ma devono essere accompagnati da una buona conoscenza e una concretezza professionale in tutti i passi che si fanno.
Da quando gestisce la galleria?
Ho iniziato l’attività nel 1991, anche se in realtà vi ho partecipato già in anni precedenti, quando la gestione era ancora in mano ai miei genitori e io stavo terminando gli studi. Purtroppo mio padre è venuto a mancare in età giovane e ha lasciato un grande vuoto perché aveva condotto la galleria con tanta dedizione. Anche per questo ho voluto assolutamente portare avanti l’attività. Nella prima fase lo spazio portava ancora il nome scelto da mio padre: Les Chances de l’Art.
C’è stata una rottura con il passato o una scelta di continuità?
Non c’è stata una rottura perché uno si porta appresso le proprie esperienze precedenti. Ma c’è stato un adeguamento generazionale, nel senso che il periodo precedente ha avuto una sua storia, ma con me ne è iniziata un’altra. È cambiata la presentazione, ho allargato le maglie guardando fuori regione e facendo scelte ben precise: curare le mostre di artisti storicizzati come, per esempio, Afro o Achille Perilli, ma seguire anche il contemporaneo più recente. Parliamo di artisti che allora iniziavano a delinearsi come tali e che oggi hanno una loro posizione. Ho potuto seguire il loro lavoro step by step, e questo non è poco.
Si sente più legata al contesto regionale o nazionale?
Leggendo i nomi degli artisti che rappresento uno si rende subito conto che la scena regionale, con tutto il rispetto, per me è secondaria. Sin dall’inizio mi sono sempre impegnata nell’espandere il mio sguardo, proponendo situazioni che hanno comportato anche un maggiore impegno. Gli stessi artisti locali trovano più interessante essere rappresentati da una galleria che dà risalto a posizioni diversificate.
Rappresenta molte artiste donne. Pura casualità?
Io stessa mi sono accorta che nel mio lavoro le figure femminili sono numericamente più presenti. La motivazione però è una: le donne sono bravissime. Quando pensavo ai personaggi che desideravo rappresentare non ho mai guardato se fossero donne, uomini, italiani, tedeschi o inglesi. Ho sempre seguito il mio istinto e non ho mai temuto che qualcuno mi dicesse che un’artista donna avrebbe fatto più fatica ad affermarsi sul mercato. Quando ho iniziato io, ero molto giovane ed ero una figura femminile in un settore maschile. Ma mi sono subito sentita a mio agio.
Internet renderà obsoleta la galleria fisica?
La galleria come la intendo io, e gran parte dei miei colleghi, a tutt’oggi è il laboratorio fondamentale dove si mette a punto il lavoro che poi si mostra, per esempio, alle fiere. Lo stesso gallerista ha l’esigenza di vedere i lavori, di formare un team di artisti e di comprendere come funzionano determinate opere. Questo si può solo fare quando c’è un contatto diretto. Indubbiamente Internet è fondamentale, con i suoi pregi e i suoi difetti, ma fruire dell’arte dal vivo è una cosa, fruire dell’arte attraverso un’immagine è un’altra cosa ancora.
[Adina Guarnieri]
ANTONELLA CATTANI
CONTEMPORARY ART GALLERY
Anno di fondazione: 1991
Responsabile: Antonella Cattani (nella foto)
Indirizzo: Via Rosengarten 1/A, Bolzano
Contatto:
In mostra: Paolo Buzzi “Performing nature” (fino al 30 aprile 2019)