CULTURE

Una storia da sfogliare: la Merano ebraica
Il museo di via Schiller custodisce il passato della vivace comunità israelita

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La storia di Merano conta non poche pagine scritte con caratteri ebraici. Alla presenza israelitica la cittadina in riva al Passirio deve una parte importante del proprio sviluppo turistico e alberghiero e non poca dell’illustre fama di luogo di cura e benessere.

Ricco infatti è stato il contributo di illustri personalità della cultura e dell’arte che hanno reso Merano così vivace e di ampie vedute. Senza dimenticare gli anni della Shoah, le tante vittime anche tra la locale comunità ebraica meranese e gli strascichi di antisemitismo, è però giusto celebrare l’aspetto vitale e gioioso di un popolo, della sua religione e della sua cultura. Incontriamo per questo Joachim Innerhofer, direttore del museo ebraico di Merano.

Dopo un antico splendore e i tragici eventi del ‘900, qual è lo stato della comunità ebraica meranese?
Prima del 1938, anno della promulgazione delle leggi razziali, la comunità contava circa 1.500 membri, mentre al termine della seconda guerra mondiale erano poche decine. Negli anni successivi alla Shoah gli ebrei meranesi rimasero in pochi e, progressivamente, sempre più vecchi. In tempi più recenti sono giunti a Merano numerosi ebrei provenienti da Paesi lontani, europei ma non solo. Non sono mancati gli arrivi dei discendenti di chi aveva lasciato la città per sfuggire alle persecuzioni. Attualmente la comunità conta 49 iscritti, ma gli ebrei meranesi sono anche di più e non mancano le coppie miste. Possiamo dire che la comunità è in ripresa e questo anche grazie all’immigrazione, un po’ come accadde durante il periodo di splendore della comunità.

Riuscite a garantire la funzione settimanale dello Shabbat?
Perché la preghiera collettiva sia valida è necessario un numero minimo di dieci ebrei maschi di età superiore ai tredici anni. Non riuscendo a garantire questo numero, la preghiera dello Shabbat (il sabato ebraico) non viene effettuata in sinagoga. In occasione delle varie festività religiose, la comunità si ritrova però unita.

Cosa trova il visitatore nel vostro museo?
Una rilevante presenza ebraica a Merano risalente agli anni ‘30 dell’800. Il museo conserva oggetti e testimonianze che raccontano la storia della comunità, i protagonisti della sua fondazione, i rabbini che si sono avvicendati nella sua guida, chi ne finanziò la costituzione e lo sviluppo. Non mancano gli oggetti utilizzati per il culto religioso, varie differenti edizioni del Talmud (libro che contiene il corpus normativo ebraico ndr), vari libri di carattere religioso e antichi rotoli della Torah, la Bibbia ebraica che contiene i libri detti dai cristiani Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio. Di questo testo sacro ne abbiamo alcune copie preziose risalenti al XVII e al XIX secolo.

Poi c’è spazio per l’orrendo crimine della Shoah...
Si tratta di una pagina dolorosa che non possiamo non ricordare. Tra la documentazione che riguarda quel periodo spicca la storia della famiglia Carpi, che venne sterminata nei campi di concentramento. La più piccola della famiglia, Olimpia, morì in una camera a gas del campo di concentramento di Auschwitz all’età di neanche quattro anni.

C’è interesse dei meranesi per la vostra istituzione?
Direi di sì. Ad esempio durante la Hannukkah, la festa delle luci, sono tanti i non ebrei che partecipano all’accensione delle candele del grande candelabro che allestiamo nel giardino della sinagoga. Quest’anno la festa si terrà da domenica 22 a lunedì 30 dicembre.

E da parte dei più giovani?
Ogni anno di più. Dieci anni fa le uniche scuole che ci facevano visita erano quelle di lingua italiana, ma col tempo anche quelle di lingua tedesca hanno sviluppato interesse per la “Merano ebraica”. Oggi le visite sono equamente divise tra i due gruppi linguistici e coinvolgono scuole elementari, medie e superiori.

I più giovani spesso non hanno filtri e questo li rende esternatori di pensieri che solitamente si tacciono. Durante le visite ricevete domande bizzarre?
Di tanto in tanto capita che mi chiedano, forse per averlo sentito dai genitori o chissà dove, se è vero che gli ebrei sono tutti ricchi oppure particolarmente intelligenti. Ovviamente spiego che le statistiche non mostrano nulla di strano in questo senso.

[Mauro Sperandio]

MUSEO EBRAICO DI MERANO
Via Schiller 14 - Merano
Tel.: 0473 236127 - museum@meranoebraica.bz
Apertura: lun-ven ore 9–12
chiuso sab, dom e festività ebraiche

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