Maximilian Trebo conquista l’Europa
Tra masterclass e concerti, il giovane pianista altoatesino punta oltreoceano
Nato nel 1996 a Bolzano e diplomato col massimo dei voti (e la lode) al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano, Maximilian Trebo ha partecipato a molte masterclass e il primo concorso l’ha tenuto a 9 anni (“Prima la musica”) vincendo il primo premio.
Il suo prossimo evento in Alto Adige sarà il 16 luglio a La Villa in Badia, dove suonerà assieme alla pianista Chloe Mun. Poi il 30 agosto si esibirà a Dobbiaco con il violinista Julian Kainrath.
Maximilian, quando e come ti sei avvicinato alla musica?
Nella mia famiglia la musica ha sempre avuto un ruolo importante. Mio padre suona il pianoforte e io l’ascoltavo volentieri. Sono molto felice che i miei genitori abbiano deciso di mandarmi a lezione di pianoforte a 6 anni.
Quanto ti hanno influenzato i tuoi maestri nella tua arte e quanto è farina del tuo sacco?
I miei professori più importanti sono stati della scuola di musica di Gries. Roberto Fabris è stato il mio primo insegnante, lui mi ha mostrato la bellezza della musica e del pianoforte. A Milano il professore Vincenzo Balzani mi ha aiutato a crescere: è un insegnante con anima e cuore, che ama condividere le sue conoscenze con gli allievi. Inoltre ti offre molte opportunità per suonare di fronte al pubblico, cosa fondamentale per i giovani musicisti. Tutti abbiamo una visione personale della musica e una preferenza per un certo repertorio, il compito dell’insegnante è quello di promuovere al meglio le possibilità di ciascuno e di motivare sempre al nuovo gli studenti.
Attualmente studi a Salisburgo: ti stai perfezionando oppure stai imparando nuove cose?
Sto studiando con Pavel Gililov, con il quale mi sento molto a mio agio. Il suo compito è di mostrarmi nuove prospettive sul pianoforte, aiutarmi a capire meglio me stesso e a rafforzare la mia personalità. Sì, certo: si imparano sempre cose nuove. Più ci si occupa di qualcosa, più sorgono domande.
Cosa fa un musicista della tua età a Salisburgo?
Faccio il Master al Mozarteum e frequento quotidianamente corsi e lezioni di pianoforte. I corsi sono: storia della musica, teoria dell’armonia, didattica, letteratura musicale e musica da camera. La differenza rispetto al triennio è che le materie sono più specifiche e offrono maggiore libertà agli studenti.
Qual è la tua esperienza di Masterclass?
A mio parere le Masterclass sono molto importanti. Offrono l‘opportunità di sapere come pensa e lavora un grande musicista. Ma soprattutto si raccolgono nuove impressioni, si conoscono nuovi musicisti e spesso si fanno amicizie per la vita.
Prima di un evento hai un rito particolare?
Non ho un rito particolare. Cerco solo di essere rilassato e di sentirmi a mio agio il giorno del concerto. Tuttavia, cerco di non studiare troppo prima di un evento perché è importante mantenere la testa libera e fresca.
Sei contento dell’accoglienza altoatesina?
In Alto Adige le associazioni concertistiche sono poco interessate ai musicisti altoatesini, il che è un paradosso visto il grande interesse alla musica classica da parte del nostro pubblico.
Raccontaci un anneddoto legato a un’esibizione.
Nel mio liceo di Bolzano c’è un pianoforte verticale un po‘ vecchio. In un concerto ho suonato uno studio di Chopin, op. 25 n. 11, e quando mi sono alzato il lato sinistro della tastiera era coperto di sangue. Mi sono spaventato molto, poi ho capito che mi ero spezzato un’unghia mentre suonavo e non me ne ero accorto!
I premi vinti ti hanno aiutato nella tua carriera? Cosa rappresentano per te?
Concorsi e premi sono importanti soprattutto per avere un obiettivo per lo studio, per migliorare e cercare sempre più i dettagli. Poi ti danno fiducia, perché sai di lavorare bene e di stare al passo con i migliori. Tuttavia, ci sono pochi concorsi che ti assicurano una carriera.
La musica può entrare in sintonia con pensieri filosofici o testi scritti?
Per me musica è la letteratura sono due grandi arti unite soprattutto da una cosa: entrambe nascono dal cuore e dall’intelletto. Spesso i grandi filosofi erano appassionati di musica e viceversa. Schumann, per esempio, viveva la poesia e la musica allo stesso tempo in giovane età. Beethoven, invece, ha elaborato nelle sue opere grandi temi filosofici: un esempio è la Sonata op. 111.
Hai tenuto molti concerti in Europa: qual è rimasto di più nel tuo cuore?
A 16 anni ho fatto una tournée in Italia di circa 10 concerti. è stato quello il momento in cui ho deciso di fare il pianista. Meraviglioso anche il concerto al Teatro Romano di Verona davanti a più di 1.500 persone. Un altro bel ricordo è stato quest‘anno, a novembre, quando ho suonato il primo concerto di Beethoven con la “National Orchestra of Russia” a San Pietroburgo.
E oltreoceano ci vuoi arrivare?
Ovviamente vorrei suonare anche in America, ad esempio a New York, o in Asia. Sono sicuro che col tempo ci arriverò!
[Matthias Graziani]
I PROSSIMI CONCERTI
Maximilian Trebo si esibirà il 16 luglio a La Villa e il 30 agosto a Dobbiaco