Scholl: un cognome dal sapore di libertà
Con la regia di Philipp Jescheck, le VBB presentano “Die Weiße Rose”
Nel giugno del 1942, un gruppo di giovani studenti dell’Università di Monaco sfida il nazismo con dei volantini di protesta.
Iniziativa forse ingenua quella di Sophie Scholl, suo fratello Hans e dei loro amici, ma sicuramente audace e portatrice di una grande verità: la convinzione di essere interpreti di un pensiero incapace di trovare la propria voce e a cui loro dovevano solo dare fiato. Era il movimento pacifista della Rosa Bianca, la cui attività non violenta scontò paradossalmente la più cruenta delle punizioni: la pena di morte dei suoi esponenti.
Il coraggio dei fratelli Scholl e dei membri della Rosa Bianca è oggi sinonimo di libertà. Le Vereinigte Bühnen Bozen hanno voluto rendere loro omaggio con uno spettacolo recitato dai giovani della compagnia. Il regista Philipp Jescheck spiega il lascito dell’attività del gruppo con l’omonima pièce “Die Weiße Rose”.
Su quali aspetti della vicenda della Rosa Bianca ha voluto focalizzarsi?
Con “Die Weiße Rose”, spettacolo di Jutta Schubert, cerchiamo di raccontare i giovani combattenti della Resistenza guidati dalle figure di Sophie e Hans Scholl. Su due aspetti ho voluto porre l’attenzione. In primo luogo, il passaggio dal prendere coscienza della situazione all’agire concretamente. In nome di cosa agivano questi ragazzi? Perché lo facevano? Quali erano i loro timori? Un secondo aspetto importante era comprendere il valore della Rosa Bianca nel mondo di oggi. Ecco perché raccontiamo la storia con un gruppo di giovani attori che pongono domande a sé stessi e al pubblico.
Lei vive a Monaco, teatro delle vicende della Rosa Bianca. Qual è oggi la percezione della città bavarese su questa storia?
Per Monaco la Rosa Bianca è un importante simbolo di coscienza, libertà, responsabilità, dignità umana e giustizia. C’è una fondazione che tiene viva la memoria di questo gruppo di amici e molti luoghi della città hanno vie e piazze a loro dedicate. È una storia molto presente in città.
Per aver diffuso pensieri contro il regime, i membri della Rosa Bianca furono giustiziati. Ancora oggi si discute molto sul ruolo della censura. Cosa ne pensa?
La libertà di parola e di stampa sono parte essenziale delle nostre società democratiche e una grande conquista. Mi piace la citazione attribuita a Voltaire: “Posso avere un’opinione diversa dalla tua, ma darei la vita perché tu possa esprimere liberamente la tua opinione”. Non mi trovo in sintonia con modalità e toni con cui oggi si tende ad esprimere e dibattere opinioni, soprattutto sul web. Spesso a mancare è la disponibilità ad ascoltare l’opinione contraria alla propria.
Di fronte alla morte, i fratelli Scholl si sono assunti le loro responsabilità, divenendo eroi della Resistenza. Cosa significa oggi prendersi le proprie responsabilità e fare resistenza?
Viviamo in contesti differenti, ma esiste ancora una tendenza alla politica autoritaria. Assumersi la responsabilità oggi significa segnalare tali tendenze, manifestare contro di esse, rafforzare la democrazia con partecipazione e coinvolgimento. Può iniziare su piccola scala, ad esempio quando le persone vengono discriminate. Intervenire qui e mostrare coraggio civile è fare resistenza per me.
Qual è l’insegnamento più grande di questa storia?
Che libertà e democrazia non possono essere date per scontate. Tutti noi abbiamo la responsabilità di tutelarle per proteggere noi stessi.
[Fabian Daum]
LA ROSA BIANCA
La Rosa Bianca è stato un gruppo di giovani antinazisti di diversa estrazione sociale, culturale ed ecclesiale, nato nel contesto universitario tedesco durante la Seconda Guerra mondiale. Facevano parte del movimento di resistenza Sophie e Hans Scholl, Alexander Schmorell, Willi Graf e Christoph Probst, cui si aggiunse il docente Kurt Huber. Il gruppo mise a punto un pericoloso sistema clandestino di stampa e diffusione tramite posta di volantini contro il regime di Hitler. I sei testi prodotti a partire dal giugno 1942 esortavano il popolo tedesco a ribellarsi e resistere al nazionalsocialismo in nome della libertà e della fratellanza tra i popoli. Il 18 febbraio 1943, i fratelli Scholl vennero arrestati mentre distribuivano volantini presso l'Università di Monaco. Quattro giorni più tardi, a seguito di un processo farsa, furono condannati e giustiziati. Lo stesso destino spettò agli altri membri del gruppo poco tempo più tardi. Oggi la piazza di fronte all'Università di Monaco è intitolata a Hans e Sophie Scholl e nel cortile dell’ateneo c’è una rosa bianca intagliata nel marmo Anche il Comune di Bolzano con Unibz e facoltà di Design stanno progettando un monumento in memoria della Rosa Bianca da collocare in piazza Università.
L'APPUNTAMENTO: 15/04 ORE 17:00, TEATRO COMUNALE DI BOLZANO, "DIE WEISSE ROSE" di J. Schubert. Regia: P. Jescheck. Con: V. Angerer, R. Fata, A. Festini, I. Gufler, L. Masten, M. Pichler, G. Purzer, L. Tonelli, M. Unterpertinger Cariolato, L. Wenter.