Il fascino eterno dello Schwegel tirolese
Ancora oggi alcune compagnie di Schützen suonano questo antico piffero
Le compagnie degli Schützen dell’antico Tirolo, sin dai propri esordi, diedero una notevole importanza al fattore acustico-musicale, alla stregua di altre analoghe formazioni civiche di difesa territoriale o di numerosi corpi musicali militari europei...
Impiegati come membri effettivi della compagnia, il flautista, che suonava lo Schwegel tirolese ed il tamburino, costituivano il classico duo impiegato nelle compagnie di tutto il Tirolo.
Non dovevano essere solamente dei bravi musicisti, ma pure dei fedeli camerati, in quanto essi conoscevano spesso dei segreti militari e davano dei segnali di manovre grazie all’utilizzo di particolari brani musicali. In questo modo, la musica veniva usata come linguaggio in codice: ne conseguiva che la cattura in battaglia di questi strumentisti veniva considerata come una grossa perdita.
Se l’uso del tamburo era destinato a scandire i tempi di marcia, il piffero militare era stato sicuramente scelto a causa dell’estensione di questo strumento e, non ultimo, per la costituzione delle armoniche presenti nel proprio suono. Questa costituzione determina un timbro pungentissimo, udibile a grande distanza e, soprattutto, in mezzo ai fragori delle battaglie.
Lo Schwegel ricorda il flauto traverso irlandese ed anche molti pifferi europei: esso possiede sei fori, solitamente è intonato sul La 440 Hz, in si o si bemolle, raggiunge un’estensione di due ottave e mezza e viene costruito artigianalmente in legno. Misura circa 37,5 cm. di lunghezza, ma ve ne sono anche di 33,39 cm. in La fino a 45 e 48 cm. in Fa. Questi strumenti possono essere intonati su numerose note, dal Re sino al Re diesis.
La paga, per questi musicisti, era di di trenta carantani al giorno, come per il gregario comune. Nello stesso anno, il capitano Francesco de Baldessarini di Nogaredo così scriveva: “a Rovereto, con grandissima difficoltà si può ottenere il tamburo e faiffer (ndr, piffero) e vengo assicurato più facile trovarlo a Trento”. Similmente alle sunnominate compagnie, quella di Sarnonico presentava tra i suoi membri, nel 1789, il pifferaio Gristl Eugenio ed il tamburino Gratl Ignazio. Nel libro di Maria Beatrice Bertoldi intitolato “Luserna, una cultura che resiste” abbiamo trovato raffigurate le carte che si usano per giocare a “Vatn”: quella del “Loab” (foglia) presenta un pifferaio degli Scharfsschützen, armato di sciabola e intento a suonare lo Schwegelflõte.
Ricordiamo inoltre che i pifferi venivano utilizzati anche dai lanzichenecchi che contribuirono assieme alle guardie svizzere papali ad introdurre il flauto traverso nella Penisola.
Nell’800, dopo un certo periodo di coesistenza, i trombettieri cominciarono a sostituire i pifferai ed il repertorio tradizionale fu sostituito da quello dei Kaiserjäger.
Il pifferaio ed il tamburino degli Schützen non suonavano solo durante gli atti bellici: il loro repertorio veniva eseguito anche presso i casini di bersaglio dove le compagnie s’esercitavano al tiro a segno, durante i matrimoni, le processioni ed altre feste popolari.
Con la successiva “militarizzazione” delle compagnie negli Standschützen, scompare la figura del pifferaio. Lo Schwegel vive oggi solamente in pochi gruppi di musica popolare che eseguono musica popolare seguendo uno stretto criterio filologico.
[Gregorio Bardini]