Gli “Audaci della cultura” al Centro Trevi
Continua il ciclo di interviste organizzato dal Dipartimento Cultura italiana
Lo scorso 27 ottobre si è inaugurato al Centro Trevi-TreviLab un ciclo di interviste pubbliche intitolato “Audaci della cultura”.
Il format, ideato da Antonio Lampis, direttore del Dipartimento Cultura italiana, Ambiente ed Energia e direttore della Ripartizione Cultura italiana, offre ad un vasto pubblico la possibilità di incontrare il pensiero e le esperienze di personalità di spicco della cultura locale. Curata da Federica Randazzo e Sara Cappello, la rassegna propone ad un’ampia platea un facile ma approfondito contatto con chi, per passione e mestiere, anima e dà lustro al nostro territorio aprendo ampie finestre sul mondo che si estende al di là delle cime.
Lampis, come nasce Audaci della cultura?
L’idea nasce come la naturale diramazione locale di Vite per la cultura italiana, il ciclo di interviste trasmesse da vb33 e che ho avviato un paio d’anni fa proprio per far conoscere e divulgare il percorso di alcune grandi personalità che hanno avuto - e tuttora hanno - un ruolo fondamentale nello sviluppo culturale d’Italia. Tra questi ricordo per esempio Paolo Baratta, Alberto Garutti, Claudio Strinati, Catterina Seia, Paolo Fresu. Il pensiero è stato quindi di portare al Centro Trevi-TreviLab, luogo della cultura italiana, importanti professioniste e professionisti locali, creando un ponte di riflessione e suggestioni che dalla cultura nazionale porti a quella locale e viceversa. Ho affidato questo progetto a due funzionarie del settore cultura, Federica Randazzo e Sara Cappello, che in totale autonomia hanno tessuto le fila di Audaci della cultura, dal titolo, alla grafica, agli ospiti, gli abbinamenti e la conduzione delle interviste.
A quale pubblico si rivolge?
Il pubblico è quello a cui si rivolgono tutte le attività, gli eventi e i servizi che la pubblica amministrazione offre, ovvero i cittadini interessati al proprio sviluppo culturale. La promozione degli incontri cerca di seguire percorsi più tradizionali, così come anche i canali del web, passando per quotidiani, social, distribuzione di cartoline, newsletter e passaparola. Sappiamo quanto non sia scontato raggiungere e attivare quelle fasce di popolazione poco abituate a frequentare momenti culturali percepiti come luoghi poco accessibili, ma con questo format cerchiamo proprio di costruire “un modo” di incontro più confidenziale, quasi famigliare.
Quali sono gli ospiti dei prossimi appuntamenti?
I nomi degli ospiti vengono scelti cercando un’analogia locale con il personaggio delle interviste andate in onda in tv: lo stesso ambito di attività o altre affinità. I nomi vengono rivelati pochi giorni prima della data dell’incontro, oltretutto non potrei svelare qualcosa che ancora non so nemmeno io.
Con quali obiettivi e criteri sono stati scelti?
Fino ad oggi gli ospiti invitati sono stati Peter Paul Kainrath (organizzatore di grandi eventi in Alto Adige e quindi collegato a Paolo Baratta), Walter Zambaldi (uomo di punta del teatro locale e quindi collegato ad Antonio Taormina) e Antonio Viganò (punto di collegamento in Alto Adige tra cultura e sociale e quindi collegato a Catterina Seia). Sono sufficienti i loro nomi per intuire il criterio di scelta che li accomuna, ovvero persone a capo di enti e associazioni che si distinguono per eccellenza nel nostro panorama culturale, ma non solo. La fama e il prestigio del Concorso Busoni, quanto del Teatro Stabile e della compagnia teatrale Teatro La Ribalta hanno da tempo superato i confini provinciali, regionali e anche nazionali. Un successo che, oltre a contribuire al benessere degli abitanti di questa terra, lascia intatte in ognuno di loro l’umanità e l’irrinunciabile passione per il proprio lavoro. Un messaggio essenziale per chiunque.
In quali ambiti la nostra provincia ha bisogno di esempi virtuosi?
In passato, come Ripartizione cultura, abbiamo avviato con le associazioni del territorio una sorta di flusso di “in-formazione”, per cui la trasmissione di metodi efficaci e best practices era volta al miglioramento e all’ottimizzazione del loro modo di lavorare. E questo - oggi ne abbiamo le prove - ha generato cicli virtuosi sempre in divenire. Con questo intendo dire che è sempre bene potersi ispirare a chi è almeno un passo avanti a te, in una continua aspirazione all’eccellenza.
Il tessuto economico-sociale e culturale locale ha la capacità di guardare oltre le montagne o tra le montagne tendiamo a chiuderci superbi?
Le più recenti ricerche scientifiche dimostrano come l’innovazione nelle aziende e nei processi produttivi avviene maggiormente in quei Paesi dove larghe fasce di popolazione sono abituate a frequentare attività culturali. Da almeno vent’anni in Alto Adige abbiamo avviato strategie ed esperimenti volti ad allargare la partecipazione culturale dei cittadini, tanto che la media di partecipazione è più altra che in molte regioni italiane ed europee. La presenza di tre respiri culturali che sempre più spesso s’incontrano ha senz’altro favorito la sperimentazione, a volte anche molto coraggiosa, sottoponendo molta parte della popolazione locale ad un vero proprio shock culturale nella consapevolezza che il primo motore di innovazione è il disturbo culturale e che l’innovazione non può mai essere rassicurante o solo strettamente confinata ai processi produttivi aziendali.
[Mauro Sperandio]
Le interviste di Antonio Lampis possono essere viste in streaming: www.video33.it
L’elenco in aggiornamento delle personalità intervistate per Audaci della cultura: www.provincia.bz.it
Scripta Manent è una rubrica sostenuta dalla Ripartizione cultura italiana della Provincia autonoma di Bolzano, che nel 2023 presenta progetti ed iniziative culturali con un particolare focus sulla sostenibilità sociale.
Tutti gli articoli, con un respiro anche nazionale ed europeo, sono reperibili online: https://medium.com/scriptamanent