Volkspartei mal zwei
Die Südtiroler Volkspartei unter dem Reflektor von Historiker Hans Heiss
Gleich zwei Bücher über die SVP sind bei edizioni alphabeta Verlag erschienen, verfasst vom Historiker sowie Grünen-Politiker Hans Heiss und dem Journalisten Lucio Giudiceandrea. Zwei komplementäre Sichtweisen auf ein komplexes Phänomen.
Hans Heiss und „Die Blüten der Macht“: Die SVP ist 1945 als Sammelpartei entstanden. Hat sie als solche heute noch einen Sinn?
Südtirol war damals politisch und gesellschaftlich zersplittert, daher das Konzept der Sammelpartei. Als solche ist sie weiterhin sinnvoll, aber nur, wenn sie die internen Differenzen neu bewältigt. Die SVP muss die Widersprüche ausgleichen und eine Dialektik fördern, die nicht an der Illusion einer absoluten Harmonie festhält.
Und wie schaut es mit dem ethnischen Aspekt aus?
Der ethnische Charakter der Autonomie wird von der SVP maßgeblich getragen. Sie sieht ihre Hauptmission weiterhin in der Vertretung der deutschen und ladinischen Sprachgruppe, und das wird auch so bleiben. Sie könnte aber eine Erweiterung vertragen, der italienischen Sprachgruppe einen sichtbaren Platz innerhalb ihrer Reihen gewähren und sich ethnisch weniger exklusiv geben.
„Die Südtiroler Volkspartei zwischen Wunder und Widerspruch“, so der Untertitel. Meint „Wunder“ auch eine gewisse „Bewunderung“?
Am Tag der deutschen Kapitulation am 8. Mai 1945 in Südtirol eine deutsche Partei zu gründen, war schon eine beachtliche Leistung (lacht). Die SVP hat zwar gravierende Schwächen, aber das Buch würdigt auch ihre Leistungen. Manche Parteivertreter:innen, die es gelesen haben (viele lesen ja kaum), waren deshalb erleichtert, denn selbst pflegen sie mit der Opposition ja immer einen harschen Umgangston. Dass nun ein Vertreter der Opposition dermaßen distanziert mit dem Thema und respektvoll mit der SVP umgeht, hat sie gewundert.
Wer hat das Buch geschrieben? Der Historiker oder der Politiker in Ihnen?
Weder noch. Man könnte sagen, das Buch wurde von einem historisch informierten Bürger des Landes verfasst, mit einigen politischen Einschüben. Es ist als Hybrid entstanden, nicht als historisch-wissenschaftliche Analyse. Mein Blick ist jener eines Therapeuten oder Botanikers, der eine gefährdete Spezies studiert und feststellt, dass sie zwar ihre Probleme hat, aber noch überlebensfähig ist.
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Anche il giornalista Lucio Giudiceandrea ha pubblicato un libro sulla SVP
Due libri sulla SVP in un colpo solo sono stati pubblicati da edizioni alphabeta Verlag, scritti dallo storico e politico verde Hans Heiss e dal giornalista Lucio Giudiceandrea. Due prospettive complementari su un fenomeno complesso.
Lucio Giudiceandrea, il suo libro si intitola “Stella aliena – La Südtiroler Volkspartei spiegata agli italiani”: cosa non hanno capito, gli italiani, della SVP?
Dobbiamo distinguere la situazione altoatesina da quella del resto d’Italia. Il pubblico nazionale ha un atteggiamento schizofrenico nei confronti dell’Alto Adige. Il turista italiano è entusiasta del paesaggio, dei servizi, della qualità. Quando però si affrontano, a livello politico, argomenti sensibili, allora scattano i pregiudizi: “cosa vogliono quelli là su”, “li manteniamo noi” e così via. Luoghi comuni che non portano da nessuna parte.
E gli italiani altoatesini?
Ovviamente loro hanno un’idea più concreta ma ci sono comunque degli aspetti di questo partito che non sono ben assimilati. Certe persone pensano che sia la SVP a creare divisioni etniche e che senza SVP andremmo tutti d’amore e d’accordo. Ma la divisione esiste perché apparteniamo a culture diverse, perché spesso non conosciamo la realtà dell’altro, perché non ci rendiamo conto delle ragioni dell’altro.
Il libro è nato per spiegare questo?
Il nostro intento, il mio, quello di Hans Heiss e dell’editore Aldo Mazza, era di far luce su questo partito che ha giocato un importante ruolo in passato e che anche in futuro resterà al centro del nostro sistema politico. I discorsi da fare però non sono uguali, cambiano in base al pubblico. Per questo sono nati due libri paralleli, diversi, ma complementari.
Nonostante i successi del passato, i voti della SVP sono in declino…
Dal 1948, quando ci furono le prime elezioni provinciali, a oggi i voti sono in calo. Ma la SVP attualmente ha 25.000 tesserati, questo significa che il 5% della popolazione altoatesina è iscritto al partito. È come se a livello nazionale ci fosse un partito con 3 milioni di tesserati, una cosa inimmaginabile. In Europa non esistono altri partiti che hanno una stagione di potere talmente lunga alle spalle, che sono riusciti a produrre un’identificazione cosi stretta tra la popolazione e il partito. In questo senso la SVP è un fenomeno.
[Adina Guarnieri]