La Bolzano che non ti aspetti
L’ultimo libro di Claudio Calabrese racconta le particolarità del capoluogo
Osservatore attento, per natura e mestiere, Claudio Calabrese si divide tra scrittura e pittura, interessandosi al dettaglio in grado di esprimere la personalità di chi è ritratto e dei luoghi che descrive.
Recentissima è l’uscita del suo ultimo libro, intitolato Bolzano nel segno dei tempi, edito dalla Praxis 3 di Pinuccia di Gesaro, che già aveva dato alle stampe il suo Merano tra una sorpresa e l’altra. Nel nuovo libro Calabrese racconta la città di Bolzano dando pari attenzione sia al centro sia alla periferia, esaltando quanto di buono l’incontro tra differenti culture ha portato e le particolarità dell’articolato capoluogo. Scopriamo di più del suo pensiero dalle sue parole e da alcune immagini dei suoi celebri ritratti.
La scrittura del suo Bolzano nel segno dei tempi sarà stata un’occasione per riflettere sul nostro capoluogo. Come presenterebbe al viaggiatore curioso questa città?
Prima di tutto non si tratta di una guida turistica, ma di un percorso. Posso dire che Bolzano è una città ricca di sfumature che sfuggono anche a chi ci abita da anni. Io ho provato ad analizzare e rilevare con occhio attento e critico aspetti enigmatici di questa città di confine.
E ad un bolzanino, magari distratto o assuefatto?
Io consiglio di girare per tutta Bolzano, di scoprire le bellezze di Don Bosco e le peculiarità di Oltrisarco. Bolzano è da sempre una città multietnica, questa città vive di questa continua e reciproca miscellanea.
Penso anche alla sua attività di pittore. Per descrivere, a parole o con forme e colori, è necessario saper ascoltare e osservare. Crede che questa capacità abbia in lei a che fare con l’essere nato in una realtà che stimola la voglia di comprendersi?
Dipingo dall’età di undici anni. Per me la pittura è vita. Da molti anni oramai mi occupo di ritrattistica, una ricerca dell’Io. Per dipingere la persona devo comprenderla, afferrarne i lati caratteriali. Io non dipingo volti, ma persone.
Che ruolo crede abbia avuto la pittura nella sua formazione di uomo?
Come artista cerco di rendere visibile ciò che non lo è. Io continuo ad interrogarmi sul ruolo della mia pittura, ma soprattutto sul mio relazionarmi con l’altro. Non è una cosa scontata, richiede costanza e duro lavoro.
All’artista è dato il compito di comprendere, immaginare e interpretare con uno sguardo a ciò che era, è e sarà. Quali aspettative ripone rispetto al tempo che verrà dopo questo periodo d’isolamento e restrizione?
Un artista è chiamato a mettersi in gioco continuamente. Questo periodo di distanziamento sociale è stato un’opportunità preziosa per riflettere su ciò che può essere l’arte quale mezzo di interazione tra chi la produce e chi ne fa uso. Io sono molto fiducioso e credo che noi artisti riusciremo a risollevarci da eventuali crisi esistenziali causate dalla pandemia.
[Mauro Sperandio]
L’EDITORE/IL CORAGGIO DELLE IDEE SECONDO PINUCCIA DI GESARO
Giornalista e direttrice responsabile di buongiornosuedtirol.it, scrittrice e storica editrice, con la sua Praxis 3 Pinuccia Di Gesaro ha negli anni pubblicato vari titoli che spaziano tra la politica e il sociale, la formazione, la storia e la politica. Nel suo catalogo figurano, tra i tanti, nomi come Ettore Frangipane e Klaus Gatterer.
Il difficile mestiere dell’editore deve avere come propulsore la passione. Come descriverebbe il suo legame con l’“oggetto libro”?
Il mestiere dell’editore presuppone oltre alla passione una grande professionalità. Il libro in realtà non è un oggetto materiale, ma di volta in volta una costruzione culturale, una ricerca scientifica, una testimonianza morale, uno strumento di formazione, un’invenzione artistica di natura molteplice.
Il catalogo di Praxis mostra coraggio nel trattare temi e personaggi di questa particolare provincia. Che ruolo riveste il coraggio nel suo mestiere?
Nel mestiere dell’editore il coraggio delle idee riveste un ruolo fondamentale. Coraggio da non confondere con la temerarietà o la spavalderia, ma che consiste nella bravura, talvolta eroica, di saper interpretare la realtà con obiettività. Un’attitudine che spesso ti viene riconosciuta anche da chi dissente dalle tue idee.