Teatro e divertimento? Stesso significato
Intervista a Roby de Tomas, storico regista della Filodrammatica di Laives
L’espressione italiana “fare teatro” racchiude un significato che non sempre viene compreso di primo acchito. In tedesco, ad esempio, viene preferito il verbo “spielen”, in inglese “to play”, mentre in francese “jouer”.
È evidente come vi sia una forte relazione tra il verbo recitare e giocare. Il teatro può quindi essere paragonato ad un divertente gioco, nel quale ci sono delle regole e dei ruoli che vanno rispettati, talvolta con un pizzico di serietà. Prima nei panni di attore, poi in quelli di regista, questo è ciò che fa Roby De Tomas da ben 50 anni per la Filodrammatica di Laives. Almeno 50 degli oltre 150 spettacoli della compagnia portano la sua firma in regia. Lo abbiamo incontrato per comprendere al meglio la sua visione dell’arte teatrale.
Roby, quando è iniziata la passione per il teatro?
Molto tempo fa. Avevo 13 anni quando ho avuto i primi contatti con la Filodrammatica di Laives e posso dire di aver ricoperto ogni tipologia di ruolo. Difatti, sono partito con la scrittura dei manifesti teatrali dei vari spettacoli, successivamente ho fatto il suggeritore, per poi intraprendere il percorso come attore. Ora sono 30 anni che faccio il regista per la compagnia e se sono arrivato fin qui devo ringraziare Gino Coseri, scenografo e tra i fondatori della Filodrammatica. Una vera e propria guida per me.
La Filodrammatica di Laives può essere considerata un punto di riferimento dell’arte teatrale altoatesina?
Direi di sì, sia per una questione di anzianità, dato che sono più di 70 anni che esiste, sia dal punto di vista qualitativo. Abbiamo un gran seguito di pubblico e sono sempre di più i giovani che entrano a far parte della compagnia.
A proposito di giovani: risulta difficile introdurre le nuove leve all’interno della compagnia?
Assolutamente no, proprio perché la nostra è una compagnia nel senso ampio del termine. Oltre al teatro, infatti, vengono organizzate delle trasferte. Ne abbiamo organizzate in Calabria e Sicilia ad esempio. Il teatro è divertimento ed in quanto tale risulta essere necessario per solidificare i rapporti dentro la compagnia. Pertanto, va condiviso anche al di fuori di un palcoscenico. Ti posso assicurare che tra giovani e anziani ci divertiamo molto. È proprio questo divertimento a rappresentare il motore che ci muove.
Recentemente è uscito il film “Cena con delitto” ed è una forma di spettacolo che va sempre più di moda nelle compagnie teatrali. Da cosa deriva il grande successo che riscuote questa proposta?
Al pubblico piace avere gli attori al loro fianco e soprattutto non avere di fronte la quarta parete, ovvero quel muro immaginario che separa il palco dalla platea. Mi piace sottolineare quando introduco narrativamente le cene con delitto che lo spettatore ha il grande privilegio non di vedere, ma bensì di assistere alla recita teatrale. Egli ha, infatti, la possibilità di interagire e prendere parte alla storia, vivendo così appieno l’esperienza teatrale.
Come regista e sceneggiatore ha una tecnica “segreta” per scrivere sempre un copione accattivante?
Nessun segreto. La scelta del testo è comunque il momento più difficile. I professionisti scelgono i migliori fra tanti attori che più si adattano ad una parte e al testo. Al nostro livello, invece, dobbiamo sempre adattare il testo ed un ruolo sulla base degli attori a disposizione. In questo senso, mi definisco come un regista pedagogo: il personaggio non lo consegno ben definito ad un attore, ma piuttosto affido un ciocco di legno che va lavorato e plasmato anche in relazione agli altri attori in scena.
Quali nuove sfide la attendono nel 2020?
Mi piacerebbe trovare qualcuno che mi affianchi e che pian piano prenda il mio posto. Ad oggi, la compagnia è ad ottimi livelli e proprio per questo motivo avrei il piacere che sia uno dei nostri membri a prendere in mano la situazione. Mi lascerò sorprendere. Viva il teatro!
[Fabian Daum]
Chi sono Roby De Tomas e la Filodrammatica di Laives?
Roberto De Tomas, meglio conosciuto come Roby, ha 63 anni e vive da sempre a Laives, dove gestisce il negozio di fiori Berger. La sua grande passione per il teatro lo porta a muovere i primi passi su un palcoscenico all’età di 13 anni. Con 50 anni di carriera alle spalle di cui 30 come regista, è considerato uno dei volti storici della compagnia, con oltre 50 spettacoli che portano la sua firma.
Nata come circolo ricreativo con il nome FILO-GIAC al termine della Seconda guerra mondiale, la Filodrammatica di Laives offre la possibilità ad attori amatoriali di dilettarsi nell’arte teatrale. Sotto la presidenza di Bruno De Bortoli, l’attuale gruppo della compagnia è composto da una trentina di persone. Assieme ai vecchi filodrammatici, si sono ben inseriti parecchi giovani che hanno contributo ad una crescita omogenea del gruppo teatrale.
Per info e spettacoli consultare il sito www.teatrofilolaives.it