Nicolodi: attivo ascoltare, fattivo raccontare
L’ideatore di On the road again crea ponti tra tra cultura tedesca e italiana
Enzo Nicolodi, classe 1950, è noto non solo in Alto Adige per la sua attività politica e per l’entusiastica attività di promotore di iniziative legate al racconto, sia di viaggio sia del territorio.
Ideatore di On the road again, rassegna meranese dedicata al viaggio, “raccoglitore” della storia della presenza italiana a Lana, fondatore de La casa dei racconti e autore di varie pubblicazioni dedicate alla storia recente del nostro territorio, Nicolodi è senz’altro una figura che merita di essere conosciuta in special modo per il fattivo impegno nel creare solidi ponti tra le culture tedesche e italiane, ponti con radici profonde, senza colore, spontanee. Gli abbiamo lasciato la facoltà di raccontarsi in prima persona.
Il maestro Enzo
Quella di frequentare l’Istituto Magistrale non è stata una mia scelta razionale. L’idea fu di mia madre, che pensava che quella scuola di soli quattro anni sarebbe stata giusta per me, che non avevo tanta voglia di studiare. Col senno di poi le sono molto grato. Gli inizi da insegnante furono abbastanza difficili: il mio primo incarico – anche il mio primo viaggio lontano da casa - fu in una scuola italiana in Germania, nel Nordreno-Vestfalia. Era una classe di inserimento per figli di migranti che sarebbero poi passati alla scuola tedesca. I miei alunni provenivano in prevalenza dal Meridione e parlavano i dialetti delle loro regioni d’origine. Non si capivano tra di loro e non capivano me, oltre a vivere il disagio di un trasferimento all’estero. È stata un’esperienza importante, molto formativa. Era il 1970.
La politica
La mia passione per la politica nasce già in Germania. Nel fine settimana gli immigrati italiani si trovavano nei pressi dei centri commerciali a chiacchierare, riproducendo così la vivacità delle nostre piazze. Parlavamo anche di politica e così finì che venni convocato dallo Schulamt di Padernborn, dove vivevo, e processato perché “facevo politica con gli operai avanti alle Kaufhaus”, cosa che non stava affatto bene per un insegnante. Prima di allora, tra il ‘67 e il ‘68, avevo solo partecipato ad alcune iniziative di carattere europeista con Aktion Europa, l’unico movimento che manifestò a Merano contro l’invasione sovietica della Cecoslovacchia, ponendosi così come anticomunista, diciamo anche di destra, ma che tuttavia incarnava dei valori e delle idee che riconoscevo oggettivamente condivisibili. Questo modo di vedere alla sostanza delle cose, al di là delle ideologie, caratterizzerà tutta la mia carriera politica. Tornato in Italia dopo l’esperienza tedesca, entrai in Lotta Continua, dove conobbi Alexander Langer ed Edi Rabini, con i quali iniziò la mia vita politica.
Alex Langer
Mi spiace dirlo, ma Langer è stato dimenticato da gran parte della popolazione altoatesina/sudtirolese e dai politici, anche da quelli che gli erano amici. Alex fu per me una figura illuminante, che seppe introdurre nella politica il ragionamento, l’approfondimento, la forza della comunicazione comprensibile e lontana dagli slogan ad effetto. Alla sua morte ci lasciò un’eredità pesante e utilissima, ricca di scritti e riflessioni. Continuai ancora per qualche anno la militanza attiva per poi passare ad altri ambiti.
Cultura
Quando decisi di abbandonare la scena politica, indirizzai le energie verso i miei interessi culturali, continuando il mio impegno civile. Sono stato presidente della Biblioteca civica di Merano per dieci anni e promotore di svariate iniziative che ho considerato parte di un tutto che nasce da una mia sensibilità e visione, che ha a che fare con lo stare con gli altri, senza pregiudizi.
Ascolto
La mia non era una famiglia povera, ma neppure ricca. Durante l’infanzia sono vissuto tra Lana e Merano, condividendo con i miei genitori, un fratello e una sorella piccoli e modesti appartamenti. Luoghi che però abbiamo sempre animato con grande unità e amore, in cui ho vissuto esperienze che non solo non dimentico, ma di cui vado fiero, e che mi hanno sicuramente formato. Un’altra esperienza che sicuramente mi ha insegnato a conoscere i pregi e i difetti di un contesto culturale diverso dal mio è stato lavorare come insegnante di italiano nella scuola tedesca nell’Alta Venosta, poi in Val d’Ultimo e Passiria in anni difficili come i ‘70 e gli ‘80.
Racconto
Dietro la casa dei miei a Lana c’era un grande e fitto canneto, popolato da fagiani, anatre, cacciatori, coppiette che amoreggiavano. Lì è nato il mio amore per la scoperta e l’esplorazione. I viaggi all’estero sono cominciati negli anni ‘70, con l’Europa, e fuori dal continente negli ‘80. Affascinato dai reportage televisivi di Ambrogio Fogar, proposi ad Harry Reich di creare una manifestazione che parlasse di viaggio: On the road again, che ques’anno ha compiuto 35 anni.
[Mauro Sperandio]