La puzza dei piedi e i segreti di spogliatoio
Il libro di Gabriele Ghirardello cura la mente e con le vendite sostiene gli atleti
Con undici anni di attività di psicologo dello sport e mental trainer in ambito agonistico, Gabriele Ghirardello ha voluto dar vita a un libro che non è soltanto dedicato agli sportivi, ma a chiunque voglia avvicinarsi al mental training.
“La puzza dei piedi”, edito da Reverdito, riporta esempi concreti di lavoro psicologico sugli atleti e può essere utile anche a genitori, dirigenti e allenatori.
Ghirardello, in che modo può aiutare questo libro un atleta o uno sportivo?
Ritengo sia importante comprendere che il lavoro psicologico e di training mentale è un aspetto molto importante per uno sportivo, che può essere inserito in un programma di allenamento a sostegno degli ambiti tecnici, tattici e di preparazione fisica. In quest’ottica, nel libro vengono riportate storie tutte realmente accadute attraverso le quali uno sportivo, così come un allenatore o un dirigente, possaoo ritrovare aspetti che li richiamano alla loro attività o ai loro compiti in ambito societario. I capitoli che riportano il lavoro sostenuto con gli atleti, le atlete e le squadre richiamano esempi pratici, di come anche campioni o sportivi agonisti necessitino, a volte, di un aiuto e/o di un sostegno in ambito psicologico.
Com’è stata la collaborazione con l’allenatore della Nazionale di calcio tedesca? Vi conoscevate già?
Nel mese di maggio del 2010, il collega Hans-Dieter Hermann si trovava come membro dello staff della Nazionale tedesca di calcio in Alto Adige, per preparare i Mondiali di calcio in Sudafrica. È quindi stata per me una occasione per un confronto con uno dei massimi esperti di psicologia dello sport a livello internazionale. Abbiamo condiviso metodi, tecniche e strategie di intervento, applicati in ambito psicologico-sportivo.
Quanto incide un allenamento psicologico nella performance finale di uno sportivo?
Direi che incide notevolmente. Da studi effettuati in occasione di grandi eventi sportivi (campionati europei, mondiali e Olimpiadi – fonte Center of Mental Excellence), risulta che solo il 35% degli atleti riesce a performare raggiungendo il massimo del rendimento possibile a livello mentale. Questo è un dato che, a mio avviso, deve far riflettere, perché quando tutto è in equilibrio in termini di preparazione fisica, tecnica e tattica, è la testa a fare la differenza o meno.
Capita più spesso che un atleta abbia bisogno di un sostegno psicologico per evitare una crisi, oppure è più comune che vi ricorrano come prevenzione?
Entrambe le possibilità. Nel libro vengono riportati esempi concreti del lavoro psicologico e di training mentale, sia con atleti in crisi che con atleti che affrontano un percorso psicologico e di training mentale per migliorare se stessi.
Quali sono gli argomenti (o gli elementi) principali affrontati in questo tipo di preparazione mentale?
Esistono una miriade di variabili che intervengono nel lavoro con gli sportivi che, prima di essere tali, sono persone umane. Questo non dovrebbe mai essere dimenticato. E spesso i temi, gli argomenti affrontati, esulano dall’attività sportiva in senso stretto, ma, di fatto, fanno parte del mondo e delle esperienze dello sportivo e quindi meritano e necessitano di essere affrontati.
Quali sono gli aspetti del libro che ti hanno coinvolto di più?
Ogni storia è affascinante a proprio modo. Si va dalle crisi personali più intime, alla gestione degli infortuni, alla ripresa dopo un periodo di crisi, alla volontà di migliorare se stessi, al lavoro con gli allenatori e al lavoro di staff più in generale. A ciò si aggiungano alcune riflessioni rivolte a genitori.
Se non sbaglio, inizialmente, non hai gradito la proposta di fare questo libro. Come mai? E quando hai capito che era, invece, il caso di farlo?
Un amico, che ovviamente cito e ringrazio nel libro, mi ha stimolato a scrivere queste pagine. Personalmente vengo dal mondo dello sport giocato e allenato (calcio) e utilizzo preferibilmente un approccio pratico e concreto nella gestione dell’atleta. Ovviamente alla base di questo approccio ci sono delle conoscenze teoriche e scientifiche che mi permettono di intervenire utilizzando metodi e strategie che non sono schematizzate e uguali per tutti, ma possono subire, a seconda delle necessità, variazioni. In concreto, bisogna differenziare con quale sportivo si usa un certo tipo di tecnica e come la si propone. Inizialmente non mi vedevo dietro una scrivania a produrre fogli di scarta scritta. Poi però, con il passare del tempo, mi sono appassionato e alla fine ne è uscito questo libro.
Se un lettore non è uno sportivo, potrà trovare comunque in questo libro degli spunti interessanti per migliorare la propria vita?
Ho scritto questo libro pensando ovviamente agli sportivi ma anche ad un pubblico più vasto, come ad esempio genitori, allenatori e dirigenti e ho quindi preferito scriverlo usando un linguaggio comprensibile a tutti, ovvero anche a persone che si approcciano per la prima volta al tema della psicologia dello sport e al mental training. Per favorire l’interesse di più persone, ho voluto quindi riportare esempi di sport diversi tra loro. Un libro che può, a mio avviso, essere letto da sportivi e non, e dal quale si possono trarre spunti per una propria riflessione più ampia, qualora ciò, ovviamente, sia nell’interesse del lettore. Di pari passo con l’obiettivo del libro, ho deciso di devolvere tutti i proventi risultanti dalla vendita alla Südtiroler Sporthilfe, organizzazione che sostiene atleti e atlete di diversi sport.
[Matthias Graziani]
CHI È GABRIELE GHIRARDELLO
Gabriele Ghirardello (*1961) è laureato in Psicologia all’Università di Padova. Specializzato in Psicoterapia e Supervisione sistemica (“Istituto per la ricerca e la terapia sistemica Bolzano” e Psicologia dello Sport e Mental Training (Istituto “Center of Mental Excellence” – Innsbruck). Ha seguito atleti di diverse discipline sportive a livello individuale e di squadra partecipando a dieci campionati del mondo, nove campionati europei e un’Olimpiade. Ex direttore del Servizio per le Dipendenze dell’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige, Comprensorio sanitario di Merano.