Alberto Pasquali racconta Alpidio Balbo
In libreria la biografia del fondatore del Gruppo Missionario Merano
Alberto Pasquali, scrittore e avvocato civilista, è tornato in libreria con un appassionante libro sulla vita di Alpidio Balbo e le sue missioni in Africa.
Dopo diversi libri storici legati all’Alto Adige, Alberto Pasquali questa volta ci racconta di un miracolo, di una vita salvata che ne ha salvate molte altre, di una passione e una dedizione che non si sono mai risparmiate, nemmeno di fronte alla sofferenza e alla povertà più estrema. Questi, in estrema sintesi, i contenuti dell’avvincente volume “Alpidio Balbo – Una vita di carità”, pubblicato dalla casa editrice Curcu-Genovese nel 2019.
Avvocato, racconti perché ha voluto scrivere la storia del fondatore del Gruppo Missionario Merano.
Ho scritto questo libro in stretta collaborazione con Alpidio Balbo, che in occasione dei nostri incontri mi raccontò tutti gli eventi rilevanti della sua vita. Pertanto posso dire che mi ha influenzato non solo l’esperienza personale di Alpidio, ma anche il suo modo e la sua capacità di raccontare la sua vita. Alpidio Balbo è una persona straordinaria. Quando, in occasione di un recente incontro con lui, scoprii che nessuno aveva mai raccontato la sua vita, decisi di scrivere la sua biografia.
Ci parli dell’incidente di Balbo e del cambiamento che gli provocò.
Mi emozionò il racconto del suo incidente del 1969 in Val Venosta, evento che segnò in un certo senso il cambiamento della sua vita. Era rimasto ferito gravemente in un sinistro stradale e trasportato poi in coma all’ospedale di Verona. Dopo una difficile operazione al cervello, 15 giorni dopo si risvegliò dal coma. Sopravvisse miracolosamente. Un anno dopo andò a fare un viaggio turistico in Togo. Per una serie di circostanze e per rispondere ad una promessa fatta ad una suora meranese, giunse in un villaggio dell’alto Benin dove scoprì la povertà estrema, e in poche ore vide morire bambini denutriti o malati. Un bambino morì fra le sue braccia. Da laico assoluto che era, iniziò a credere che il tutto facesse parte di un disegno divino. Da allora dedicò la sua vita alla carità in Africa e non solo. Oggi Alpidio ha 89 anni e, dopo aver realizzato insieme al Gruppo Missionario Merano in Benin e Togo strutture ospedaliere, oltre 850 pozzi d’acqua e ben 102 viaggi, continua con sorprendente energia e determinazione la sua missione.
Quanto si è avvicinato a lui?
Ho conosciuto Balbo circa 25 anni fa. Avevo sentito parlare di lui e lo invitai a tenere una conferenza al Circolo Cittadino di Bolzano, ove raccontò tutte le sue avventure e le sue imprese che mi affascinarono molto. Ebbi poi un immediato “feeling” personale con lui per il suo carattere cordiale ed estroverso.
Tra tutti i suoi libri, a quale si sente più legato?
Il libro su Balbo è molto diverso dagli altri libri che ho scritto, romanzi basati sulla storia medioevale dell’Alto Adige. Fin da bambino ho avuto la passione per la storia, specialmente quella medievale, così misteriosa e intrigante. Non so a quale mio libro sono più legato, forse Il mio castello – Mein Schloss, un romanzo sulla vita del cavaliere Oswald von Wolkenstein. A questo libro è legato anche un aneddoto curioso: l’attuale custode del Castel Trostburg di Ponte Gardena mi informò che si era presentato al castello il conte Oswald von Wolkenstein di Verona, ultimo erede della casata. Lo rintracciai, andai a trovarlo e siamo tuttora amici.
Come è nata la passione per la scrittura e come è collegata al suo mestiere?
Nella mia lunga carriera d’avvocato civilista (quasi 60 anni) ho dovuto scrivere molti atti e memorie difensive. A fine carriera ho pensato di dedicarmi alla scrittura in modo più piacevole, scrivendo su temi che mi appassionano da sempre.
Ha già un altro progetto in corso? C’è una storia che vorrebbe raccontare e non è ancora riuscito a fare?
Sto scrivendo un racconto su una leggenda del Castello di Campo Tures in Valle Aurina, dal titolo Il figlio di Margarethe, che dovrei terminare in primavera. Chiusa la parentesi relativa al libro su Alpidio Balbo, ho ripreso a scrivere della storia dell’Alto Adige, perché vorrei che gli abitanti della mia provincia conoscessero la storia antica della loro terra.
[Matthias Graziani]
CHI È ALBERTO PASQUALI
Alberto Pasquali è nato l’11 luglio 1937 a Bolzano. Sposato con Pia; due figli: Marco e Stefano. Laureato in giurisprudenza nel 1960 all’università di Bologna, diventa avvocato nel 1963, esercitando fin da subito la professione nello studio legale di famiglia. Il padre Tito, originario di Padova, era infatti già affermato avvocato, così come i fratelli maggiori Adriana e Franco.
All’inizio degli anni ‘80 si affaccia al mondo della politica con il Partito Liberale Italiano, divenendone segretario regionale. È stato tre volte consigliere comunale di Bolzano (1985, 1995 e 2000, anno in cui si presentò come candidato sindaco per la coalizione di centrodestra, dove fu sconfitto al ballottaggio dal sindaco uscente Giovanni Salghetti Drioli). Nel 2006 a metà della tredicesima legislatura entra a far parte del Consiglio regionale e provinciale con Forza Italia.
Abbandonata la scena politica, negli ultimi anni si è dedicato alla scrittura, pubblicando con l’editore Curcu-Genovese quattro racconti storici ambientati nel Medioevo, la sua passione: Il mio Castello – Mein Schloss (2015), L’amante della Contessa (2016), La saga dei Vintler (2017), Una medici a Bolzano (2018).
Nel 2019 scrive in collaborazione con Alpidio Balbo il racconto biografico intitolato Una vita di carità.
Nell’autunno del 2015, su propria iniziativa, fonda assieme ad altri appassionati di lettura e autori di saggi, narrativa e poesia, l’Associazione Scrittori Bolzano, con lo scopo della diffusione e lo sviluppo della cultura locale, il sostegno, la promozione delle opere dei soci e la valorizzazione di nuovi giovani scrittori locali.