Solita casa, ma nuova direttrice per Ötzi
Elisabeth Vallazza ha rilevato la guida del Museo Archeologico di Bolzano
Con oltre 300.000 visitatori all’anno e più di 5,5 milioni di biglietti d’ingresso staccati dalla sua inaugurazione nell’ormai lontano 1998, il Museo Archeologico dell’Alto Adige è il più noto e visitato museo provinciale.
Merito sicuramente di tutto il personale che vi lavora, così come del suo celeberrimo inquilino: Ötzi, la mummia del Similaun, l’Uomo venuto dal ghiaccio. Prezioso testimone del passato e, allo stesso tempo, risorsa di inestimabile valore del nostro futuro. Un futuro, quello della mummia e della sua casa in via Museo 43 a Bolzano, non ancora ben definito. Da anni si parla di un Ötzi con le valigie in mano alla ricerca di una nuova sistemazione che possa accogliere il suo corpo e l’intero patrimonio del museo. Numerosi progetti sono già stati presentati, ma la Giunta provinciale ancora non si espone.
Nel frattempo è arrivata una certezza: Elisabeth Vallazza è la nuova direttrice del museo. Proprio con lei abbiamo discusso su obiettivi, sfide e opportunità che attendono la sua direzione.
Direttrice Vallazza, cosa prova a ricoprire questa nuova carica?
Sono molto onorata. Si tratta di un grande impegno in un importantissimo museo, conosciuto non solo a livello nazionale, ma in tutto il mondo.
Nel museo il protagonista assoluto è Ötzi, un autentico “brand” per l’Alto Adige. In che modo pensa di valorizzare ulteriormente la sua immagine?
Ötzi ha la particolarità di non essere solo oggetto storico, ma un vero e proprio individuo con una sua storia personale. Una mummia naturale di un personaggio sconosciuto all’epoca rispetto alle mummie di famosi faraoni d’Egitto, ma che è diventata celebre in tutto il mondo dopo la sua scoperta, stimolando la curiosità di mass media e visitatori. Noi cerchiamo di valorizzare l’immagine di Ötzi e del museo con manifestazioni e mostre per target diversi, cercando di coinvolgere anche le scuole ed il pubblico locale. In futuro desideriamo dare più visibilità al lavoro di ricerca che viene svolto intorno alla mummia.
Capitolo trasferimento del museo: nel corso degli anni si è parlato di partenariato pubblico privato o di realizzazione in autonomia, con progetti in diversi luoghi del capoluogo. A parer suo, qual è la soluzione migliore?
Non ho una preferenza specifica su un singolo progetto. Importante è che la soluzione soddisfi le nostre esigenze e i criteri preposti. Innanzitutto deve offrire ampi spazi, per mostre, servizi, impianti di conservazione ed uffici. Importante è anche l’accessibilità, un luogo facilmente raggiungibile da tutti con ogni tipo di mezzo. La scelta finale la prenderà poi la Giunta provinciale.
È già stata fatta una stima dell’incremento di visite che comporterebbe il trasferimento?
Una stima è difficile da fare, dipende da tanti fattori come l’accessibilità della nuova sede e la nostra offerta espositiva. Di certo con più spazio possiamo offrire più mostre e laboratori. L’obiettivo è raddoppiare la capacità del museo, attualmente limitata a 300 persone in contemporanea. Questo non significa necessariamente raddoppiare il numero di visite. Di certo, però, si ovvierebbe ad una problematica.
La lunga coda all’esterno del museo?
Esatto. La stagione turistica adesso dura tutto l’anno, con dei picchi di visite durante l’estate. Noi abbiamo provato di tutto per gestire la lunga coda, abbiamo venduto biglietti online, allestito la coda virtuale, disposto la possibilità di prenotare il giorno stesso. Chi prenota trova posto, e chi non lo trova deve mettersi inevitabilmente in fila. Con spazi più grandi anche i tempi di attesa diminuirebbero.
Il 2022 sta volgendo al termine. Un bilancio di quest’anno e quali sfide vi attendono nel 2023?
È stato un anno importante, la mostra temporanea “Stone Age Connections” è stata apprezzata e in estate abbiamo raggiunto nuovamente i numeri pre-pandemia. Le nuove sfide riguardano il riallestimento della nostra Lounge, uno spazio in cui rilassarsi, giocare e approfondire vari argomenti. Inoltre, a novembre 2023 inaugureremo una nuova mostra temporanea che avrà per tema l’alimentazione e i principali generi alimentari dai tempi di Ötzi fino ad oggi.
[Fabian Daum]
Chi è Elisabeth Vallazza
Elisabeth Vallazza, 41 anni, vive a Varna, ha studiato archeologia e storia antica tra Innsbruck e Roma. Dal 1° novembre è direttrice del Museo Archeologico provinciale, del quale in precedenza è stata vicedirettrice, coordinatrice e responsabile marketing. Vallazza succede ad Angelika Fleckinger, che a maggio scorso è stata nominata direttrice dell‘Azienda Musei Provinciali.