Chitarrista tra passato e presente
Intervista al musicista-arrangiatore-produttore bolzanino Lorenzo Scrinzi
Percorre avanti e indietro il ponte ideale tra passato e presente, pronto a ogni committenza come solo chi vive di musica sa essere, ma cercando sempre di esprimere un po’ di se stesso nelle molte cose che fa, perlopiù defilato.
Lorenzo Scrinzi, chitarrista, arrangiatore e produttore trentenne bolzanino con vita e carriera da tempo in Oltralpe, riesce ancora a tenere vivo il legame con la scena musicale locale attraverso infinite collaborazioni e progetti, il più ambizioso dei quali lo vedrà prossimamente debuttare come coautore di un musical.
Presentati in due parole...
Nato e cresciuto a Bolzano, attualmente vivo vicino a Basilea. Suono la chitarra da 18 anni, ne avevo 12 che ho iniziato, ma a 6 anni ero partito con il violino. Furono Slash e i Guns’n’Roses, galeotti i dischi che ascoltava mio fratello, a portarmi poi definitivamente al lato oscuro della chitarra. Non avevamo all’epoca ancora tutti un accesso a Internet e quindi mi sono avvicinato al rock in modo tradizionale per poi scoprire che la mia vera passione è comunque il pop in tutte le sue forme, il genere che ancora pratico più volentieri.
Produttore e arrangiatore: sei anche compositore?
Al giorno d’oggi, nel pop inteso nella sua accezione più ampia o nel rock, la produzione si mischia al resto, quindi all’arrangiamento e al songwriting, chi produce scrive e chi scrive produce, si scrive insieme agli artisti e si finisce per produrre. Se mi arrivano pezzi semplicemente da produrre, c’è un lavoro d’amalgama che, pur non vivendo io come artista con titoli al proprio attivo, porta sempre in qualche modo la mia firma.
Come hai fatto a recuperare certe sonorità dei mostri sacri del passato?
Il processo è stato graduale, io non ho quel particolare amore per il vintage al punto da ascoltare solo i Beatles, gli Stones o gli Who, all’inizio è stato anche un approccio complicato perché mi piace guardare avanti e non indietro, mi è difficile riconoscermi in toto in quelle cose là. Però mi ci sono avvicinato per il meglio generalmente offerto da quei nomi: i Beatles per il geniale modo di scrivere le canzoni, i Rolling Stones per le sonorità, naturalmente Jimi Hendrix come chitarrista o Eric Clapton che comunque mi ci è voluto un po’ per comprendere a fondo. È questione di ascoltare e lasciarsi affascinare da quella musica, senza partire prevenuti sul fatto che è vecchia e dunque per forza migliore o, al contrario, per forza peggiore, traendone poi le suggestioni a te più utili.
Che differenze si ravvisano tra la scena musicale del Nord Italia e quella d’Oltralpe?
Differenze ce ne sono tantissime! Nel Nord Italia la scena è prospera proprio perché ha gli agganci con l’Oltralpe, gli artisti che passano il confine sfondano ed entrano in una scena più ampia della nostra. La cosa vincente in Svizzera e Germania è che ci sono tanti posti di media grandezza in cui suonare, atti a ospitare dalle 300 alle 1500 persone. In Italia non esistono se non sporadicamente, in Germania la realtà funziona e dà da mangiare a tanta gente, specie i gruppi di medio successo che non fanno i pub ma non vanno nemmeno negli stadi. Siamo maturi anche qui per fare quel passo. Poi anche all’estero c’è tanto hobbismo ma si avverte comunque un grande rispetto verso chi suona per professione, io ne conosco tanti, che con quello riesce a mantenersi.
Resti sempre molto legato anche alla scena della provincia di Bolzano: qualcuno in particolare?
Ho avuto un sacco di collaborazioni con i musicisti locali, ora in particolare tengo molto a quella con Margit Steiner, una cantante di Nalles con cui ho un progetto a lungo termine per una casa discografica. Sto scrivendo un musical per la Murx, la scuola di teatro e musica diretta da Doris Warasin, onnipresente anche ai VBB e che mi ha commissionato l’opera collaborando attivamente insieme a me e ad altri alla sua creazione. Il musical sarà rappresentato a inizio aprile con sei spettacoli, debuttando ad Appiano, io sarò anche alla direzione delle performance dal vivo.
Cosa ascolti di bello ultimamente?
Ascolto tantissima musica, non saprei dirti però nemmeno un nome buono in questo momento. Mi piace sentire Rete 1 che è una radio svizzera che trasmette in italiano e in fascia notturna fa programmi bellissimi. Un paio di settimane fa ho sentito per esempio Gino Paoli che parlava della scena italiana, raccontata in prima persona e ho pensato a quanto fosse paradossale che in Italia contenuti del genere non mi sembra d’averne mai sentiti trasmessi dalle nostre stazioni.
[Daniele Barina]