Il futuro è già scritto
Torna Fanta-Scienza, l’antologia di racconti curata da Marco Passarello
Ispirato ai colloqui coi ricercatori dell’Istituto Italiano di Tecnologia, ecco che torna l’antologia di racconti fantascientifici edita da Delos digital, che vanta un approccio artistico sorprendente e un ritmo narrativo scorrevole e di alto profilo.
Punto di partenza sono state le interviste, ispirate a possibili scenari futuri. Curatore del volume è ancora una volta il giornalista e scrittore bolzanino Marco Passarello.
Marco, qual è la novità importante di questo secondo volume?
La struttura del libro e il metodo usato per crearlo sono esattamente gli stessi rispetto al volume precedente, e abbiamo conservato anche quattro autori su nove. La novità, ed è una grossa novità, è la partecipazione di un grande autore statunitense: Bruce Sterling.
Sterling è una figura importante, fondatore del movimento cyberpunk: cosa ci racconti di lui?
La sua partecipazione si è svolta esattamente nello stesso modo degli altri. Gli ho fornito un’intervista che avevo raccolto da un ricercatore dell’Istituto Italiano di Tecnologia (che nel suo caso era Antonio Bicchi, un esperto di “robotica soffice”, uno cioè che studia robot morbidi, diversi da quelli cui siamo abituati a pensare) e gli ho chiesto di scrivere un racconto ispirandosi a quanto il professore aveva detto, eventualmente anche consultandolo in caso gli servisse qualche altra informazione. Sterling è un personaggio davvero importante nel campo della fantascienza, che accompagnò e influenzò la diffusione di Internet e di tutte le tecnologie digitali. Anche se l’autore più conosciuto in quest’ambito è William Gibson (col quale Sterling ha più volte collaborato, scrivendo a quattro mani diversi racconti e un romanzo), fu Sterling a “inventare” il genere cyberpunk, delineandone le caratteristiche sulla propria fanzine e poi curando l’antologia Mirrorshades che ne rappresenta una specie di manifesto.
Da come ne parli mi sembra di capire che per te è un autore davvero importante…
Per me la lettura di Mirrorshades fu una specie di epifania, che mi fece conoscere un modo di scrivere fantascienza completamente nuovo, moderno ed entusiasmante. Quando la lessi avevo vent’anni, se mi avessero detto che un giorno sarei stato io a curare un’antologia e che tra gli autori ci sarebbe stato proprio Bruce Sterling non ci avrei mai creduto! Sterling da alcuni anni passa gran parte del suo tempo in Italia, e ha anche scritto dei racconti ambientati in Italia che ha firmato come “Bruno Argento” - una sorta di italianizzazione del proprio nome.
E per la tua antologia cosa ha scritto?
Il suo racconto si chiama Mare Nostrum, ed è scritto in prima persona dal capitano di una nave con un equipaggio di robot che solca il Mediterraneo in un futuro devastato dal cambiamento climatico. È un racconto malinconico, insolito e bizzarro. Lui stesso ha detto che “potrebbe essere la storia più strana di Bruno Argento di sempre”. Bruce capisce l’italiano ma non lo parla benissimo, quindi ha scritto in inglese e mi sono incaricato di tradurre il racconto. Questo mi fa sentire anche un po’ coautore, ed è una cosa di cui vado molto orgoglioso.
Raccontaci qualcosa sul tuo nuovo racconto: il titolo - Ouija - mi ricorda qualcosa...
Il mio racconto è ispirato all’intervista con Luca Berdondini, un ricercatore che si occupa di interfacce tra il cervello umano e le macchine. Secondo me, dalle idee che mi ha esposto nell’intervista si potrebbero trarre decine, se non centinaia di racconti!
Quello che ho scritto io si intitola Ouija, un termine che indica le tavolette che si usavano nelle sedute spiritiche per ricevere messaggi dall’aldilà. Ho immaginato che qualcuno abbia sviluppato un sistema in grado di registrare gli ultimi pensieri di chi muore in battaglia, in modo che questi abbia la possibilità di lasciare un ultimo messaggio, in un certo senso come una lettera dall’aldilà. Ma nel racconto ho voluto inserire anche un altro tema dell’intervista, quello dell’uso di interfacce digitali per comunicare con gli animali. Per documentarmi su come un animale potrebbe pensare ho deciso di leggere il saggio Al di là delle parole di Carl Safina. L’ho trovato un libro splendido, e alla fine ha influenzato il mio racconto molto più di quanto avessi previsto inizialmente.
Ci sono altri autori di cui vuoi parlarci?
Ci sono altri due autori che sono particolarmente orgoglioso di avere in questo volume, senza nulla togliere agli altri. Una è Clelia Farris, la cui originalità e capacità stilistica ammiro profondamente. Mi aveva detto di no per il primo volume, questa volta ha accettato di partecipare, e non mi ha deluso. L’altro è Dario De Marco, che rappresenta un po’ la mosca bianca di questa antologia, dato che, pur avendo scritto e pubblicato dei racconti fantastici, è del tutto estraneo al mondo della fantascienza italiana. A mio avviso è stato uno di quelli che sono riusciti meglio a coniugare la fedeltà allo spunto dato dal ricercatore con l’originalità dell’invenzione proposta. Quindi sono contento di avere “osato” un po’ proponendogli di partecipare.
[Matthias Graziani]
L’autore
Nato a Treviso, Marco Passarello è cresciuto a Bolzano dove ha frequentato le scuole; laureato in ingegneria aeronautica al Politecnico di Milano, non ha mai fatto l’ingegnere. È invece passato al giornalismo, iniziando nella redazione di “SM - Strumenti Musicali” e passando poi a “Computer Idea” e a “ComputerBild Italia”. Ha lavorato anche come freelance per “Nòva 24”, “Repubblica Sera”, “Pagina 99” e altre testate. Torna a Bolzano dopo aver vinto il concorso da giornalista in RAI, dove lavora tutt’ora.
Nel campo della fantascienza ha collaborato a lungo con “Urania”, in primo luogo come selezionatore dei romanzi per il premio Urania e occasionalmente come editor e revisore di testi. Ha tradotto (insieme a sua moglie Silvia Castoldi) tre romanzi di Karl Schroeder per l’editore Zona 42.