La cultura come veicolo di sostenibilità
Intervista ad Antonio Lampis, direttore del Dipartimento Cultura Italiana
Protagonista della rubrica Scripta Manent di giugno è Antonio Lampis, direttore del Dipartimento Cultura Italiana, Ambiente ed Energia della Provincia Autonoma di Bolzano.
Con lui, considerata la lunghissima esperienza e gli ambiti di sua competenza, l’occasione è utile per discutere di sostenibilità, inclusione e di quali azioni devono riguardare il mondo della cultura e delle associazioni.
Un ambito della sostenibilità non meno importante di quello ambientale è quello sociale. Quali istanze trova di maggiore urgenza?
Oggi tutti parlano finalmente di sostenibilità, anche se in Alto Adige, e in generale in mezza Europa, mancano studi approfonditi sulle conseguenze economiche delle misure che da più parti vengono proposte per rendere lo stile di vita delle persone più sostenibile secondo le indicazioni ONU. Non abbiamo studi sufficienti per permettere ai decisori politici e all’opinione pubblica di capire quali aziende potranno assumere e quali dovranno licenziare, quali costi le famiglie dovranno mettere in conto, quali invece saranno i risparmi e quali sono i costi del non fare nulla come per troppo a lungo abbiamo fatto. In tale prospettiva servono gli econometristi, ma anche la cultura e gli stessi artisti possono essere utilissimi per suggerire uno stile di vita più sostenibile a larghe fasce della popolazione.
Di mezzo, come se non bastasse, c’è stata anche la pandemia, con il caos che ha travolto anche il mondo dell’informazione.
La pandemia ha colto tutti di sorpresa, i cambiamenti climatici sono in atto da molto tempo, ma abbiamo ancora diversi anni per poter ottenere risultati per raggiungere i necessari obiettivi di sostenibilità. È però importante muoversi presto, favorendo l’agire di molti attori nel settore degli studi sociali, antropologici, nella comunicazione, nella cultura e nell’arte. Altrimenti, dopo aver vissuto la stagione Vax e No-vax, vivremo la stagione clima e no-clima, che già divide una parte di popolazione di molti Paesi del Nord Europa, che si dividono in fazioni che negano i cambiamenti climatici pur di mantenere bassi i costi energetici o che, viceversa, propongono uno stile di vita costellato di radicali rinunce. Entrambe le fazioni scelgono sulla base di informazioni ancora poco validate. Quindi è urgente approfondire questi aspetti, come sta facendo il Dipartimento Cultura, Ambiente ed Energia nella redazione della proposta definitiva di piano clima dopo i mesi in cui sono arrivate tantissime proposte nate dalle procedure di dialogo pubblico.
Quali sono gli “strumenti” di cui disponete?
Soprattutto la coprogettazione. Gli uffici del Dipartimento Cultura si confrontano molto di frequente con le associazioni che intendono accogliere nuovi stimoli e condividere la stretta relazione che hanno con il territorio e con la popolazione che frequenta le loro attività. Tutto nel comune obiettivo della crescita generale della cultura.
I fenomeni migratori pongono importanti sfide legate all’inclusione. È possibile tracciare una dirittura che le realtà culturali altoatesine dovrebbero seguire?
50 anni di autonomia ci danno maggiore esperienza del governo delle differenze. Si tratta di un impegno che la Provincia di Bolzano ha conosciuto molto prima di altre realtà che, per molti decenni del dopoguerra, sono state essenzialmente monoculturali. Questo vantaggio datoci dall’esperienza rende molte iniziative delle associazioni già oggi più inclusive verso persone di altre culture, tanto da favorire più facilmente dialogo e reciproca conoscenza. Sono questi gli ingredienti necessari per un progresso culturale che non resti indifferente ai cambiamenti portati dai fenomeni migratori. Per il resto, gli uffici si astengono in genere da dare direttive strette alle associazioni, ma viceversa ne favoriscono lo sviluppo in pieno rispetto del principio di sussidiarietà.
Pensando alle iniziative finanziate dalla Provincia, sarebbe eccessivo condizionare il sostegno economico all’adempimento di buone pratiche?
Lo facciamo da sempre. I criteri contengono un codice etico e i contributi sono ricchi di premialità che ricompensano le buone pratiche nell’organizzazione interna, la valorizzazione di giovani professionisti, gli aspetti legati alla trasparenza, l’efficacia di intervento, l’ecologia e l’attenzione ai principi democratici.
[Mauro Sperandio]
Scripta Manent è una rubrica sostenuta dalla Ripartizione cultura italiana della Provincia autonoma di Bolzano, che nel 2022 presenta progetti ed iniziative culturali con un particolare focus sulla sostenibilità ambientale.
Tutti gli articoli, con un respiro anche nazionale ed europeo, sono reperibili online: https://medium.com/scriptamanent