Aurora Faggioli, una grande voce lirica
Il mezzosoprano bolzanino ama Rossini, il repertorio barocco e i Queen
La bolzanina Aurora Faggioli, mezzosoprano di coloratura dalla voce vellutata e morbida, nonostante la giovane età è già una cantante affermata, attiva a livello internazionale, forte di collaborazioni con Zubin Metha e Gustav Kuhn.
Il suo repertorio spazia dall’opera barocca di Monteverdi, Vivaldi ed Haendel per arrivare al romanticismo di Verdi e Bizet, passando attraverso le opere classiche e il Belcanto di Mozart, Gluck, Rossini e Donizetti, senza trascurare la musica sacra. L’abbiamo incontrata per conoscerla meglio.
Aurora, è nata in te prima la passione per la musica in generale o per il canto?
Direi che queste passioni sono nate contemporaneamente. Sono sempre stata affascinata la lirica in quanto mia madre è una cantante e quindi ho potuto ascoltare il canto fin da quando lei mi portava in grembo. Ho amato da sempre la musica strumentale perché fin da piccola ho nutrito una forte curiosità per come sono costruiti gli strumenti, per come funzionano: li ho sempre toccati, maneggiati, sperimentati...
La musica ce l’avevo in casa: oltre alla mamma cantante, mio padre era docente di arte scenica al Conservatorio. Casa nostra era una sorta di palcoscenico e io ho avuto la possibilità di assistere con piacere ad ore ed ore di prove di diversi cantanti. Mi nutrivo con passione, come se fosse un gioco, senza sapere che quello sarebbe diventato il mio mondo... D’altronde la musica è un retaggio familiare che viene da lontano, anche se solamente i miei genitori l’hanno portata avanti a livello professionale.
Il primo approccio alla musica è stato di tipo strumentale, ho studiato pianoforte e viola nei Conservatori di Bolzano e Trento.
A livello didattico, a chi sei debitrice per la tua formazione come cantante?
A più persone. La prima che mi ha dato la base solida, che tutt’ora conservo, è stata mia madre. Mi ha dato essenzialmente la tecnica dell’appoggio che è il motore, fondamentale per una cantante. Dal punto di vista stilistico ho avuto l’opportunità di lavorare con Juan Diego Florez, Mariella Devia, ma anche con direttori d’orchestra come Zubin Metha e Gustav Kuhn. Da quest’ultimo, in particolare, ho imparato a seguire la rigorosità nella lettura dello spartito. A volte si sono fatti degli sconti ai cantanti perché la voce è qualcosa di fragile, di delicatissimo, nasce, cresce e muore con te, si trasforma con l’età. A mio parere va trattata come uno strumento musicale, pur nella sua fragilità, né più né meno.
Quali sono i tuoi compositori preferiti?
Il mio amore assoluto è Rossini. Su di me esercita una funzione terapeutica. Il celebre crescendo rossiniano mi da un’energia talmente forte che è un qualcosa di impagabile. È come una molla! Amo anche Vivaldi e altri compositori, ma mai come Rossini... Adoro cantarlo ed ascoltarlo.
Ti ritrovi di più nel repertorio romantico o in quello barocco?
Sicuramente in quello barocco. Nella musica che risente del Secolo dei Lumi, del razionalismo, in quanto la ritengo più in sintonia con la mia indole razionale. Non mi ritrovo nelle classiche figure femminili passionali e impulsive, tipiche dell’opera romantica, in quanto le trovo troppo irrazionali e lontane dalla mia sensibilità.
Invece come mezzosoprano in quali personaggi dell’opera lirica ti riconosci di più?
In modo particolare nelle figure di donne combattenti, di guerriere, personalità che reagiscono di fronte alle difficoltà. Ai tempi di Vivaldi, pensiamo all’“Orlando Furioso”, questi ruoli venivano interpretati da castrati. Successivamente, nell’era di Rossini, il compositore pensa già alla voce femminile, vedi “L’Italiana in Algeri”, un’opera che adoro.
Quali sono le cantanti che preferisci attualmente?
Sono più legata a cantanti del passato: Joan Sutherland, Marylin Horne. Attualmente Juan Diego Florez, Mariella Devia, Edita Gruberova o nel campo del barocco una voce molto particolare come Roski. Adoro la Bartoli per il suo carisma.
E i ricordi più belli della tua attività musicale?
Sono tantissimi. In particolare quando ho potuto partecipare al Rossini Opera Festival. È stata una grande soddisfazione personale perché è una meta che perseguivo fin da piccola.
Ti piacciono anche altri generi musicali?
Detesto la musica commerciale. Nell’ambito della musica leggera apprezzo solamente gruppi musicali e cantanti che abbiano una certa solidità compositiva soprattutto dal punto di vista armonico, per esempio i Queen. Prediligo quindi una certa complessità, non le canzoni basate sui classici giri armonici e sul ritmo di 4/4. Mi piace molto la buona musica jazz e folk.
[Gregorio Bardini)