La danza non è uno sport, ma arte
Lisa Baratieri e Lara Germani sono campionesse europee e mondiali
Anno 2021: campionesse italiane a luglio, vittoria agli Europei ad ottobre, trionfo ai campionati mondiali a dicembre.
Nel giro di sei mesi, Lisa Baratieri (16 anni) e Lara Germani (18) hanno sempre conquistato il gradino più alto del podio nella danza classica a suon di coreografie spettacolari e passi eseguiti magistralmente. Un’escalation di emozioni, vissute mese dopo mese quasi senza accorgersene. Ma, come suggerisce Lara, “sul palco il tempo sembra trascorrere diversamente”.
Tutto inizia poco più di 10 anni fa: Lara Germani prega la madre di iscriverla a danza e viene accontentata. A convincere Lisa Baratieri, invece, fu proprio sua madre, da sempre appassionata di ginnastica artistica. Ad accoglierle è stata Barbara Ante, ancora oggi loro insegnante oltre che fondatrice e direttrice della scuola “Evento Danza” di Bolzano.
“Sia a livello personale che professionale - così presenta Ante le sue allieve - sono ragazze super affidabili, mostrano dedizione, perseveranza, sanno mettersi in gioco e sono sempre aperte alle novità. Tra le due, Lara è forse la più sensibile e ansiosa, mentre Lisa ha un carattere forte ed è più curiosa. Nonostante le loro sfumature, una volta che calcano assieme il palcoscenico trovano una combinazione perfetta, trasformandosi in un’unica entità in equilibrio”.
Un hobby che diventa passione, un legame che muta in amicizia. Un’intesa che si rafforza giorno dopo giorno a suon di allenamenti intensi (15 ore a settimana) tra esercizi alla sbarra e nuove coreografie. Inno alla meritocrazia, i risultati non si fanno attendere. Dopo i trionfi nel 2021 in Italia e in Europa, a fine anno scorso arriva anche il primato nella categoria adulti ai campionati del mondo Ido Ballet di Varsavia.
“È stata una vittoria del tutto inaspettata - commentano le due campionesse - ed è stato bello condividere questa gioia l’una con l’altra”. I grandi successi molto spesso appagano la fame di un atleta. Non è questo il caso del duo Baratieri-Germani. La danza in quanto arte è il loro stimolo. “Tra adrenalina, confidenze con le ballerine e interazione col pubblico - spiega Lisa - l’atmosfera che si respira sul palco è fonte di crescita ed ispirazione continua. Le vittorie le festeggiamo, ma il giorno dopo è un nuovo inizio. Si torna alla sbarra e si ricomincia, per migliorare e sentirci sempre bene grazie alla danza”.
Con questa attitudine anche i sacrifici da fare lungo il percorso sono più leggeri. “Dedicarsi tanto ad una passione richiede tempo, aggiunge Lara. Il nostro tempo libero, al di fuori della scuola e dello studio, viene dedicato alla danza. Non è un sacrificio, ma è una scelta. Se continui ad amare questa scelta, allora la fatica che fai è soltanto piacevole e bella”.
Se neanche le vesciche ai piedi tormentano poi troppo gli sforzi psico-fisici di una ballerina, il discorso cambia quando si parla di sforzi economici. Ogni gara comporta un costo, dalla quota di iscrizione agli spostamenti su suolo nazionale o all’estero, senza dimenticare i costumi di scena e il lavoro degli insegnanti. In Italia la danza è riconosciuta dal Coni per le sue competizioni agonistiche. Ma è classificata anche come uno sport?
“Non esiste la disciplina olimpica della danza, chiarisce Ante. In comune con lo sport la danza ha l’allenamento fisico, ma in teatro non si fa sport, bensì arte. Viviamo in una sorta di limbo tra l’essere sport o cultura, ma gli introiti di una scuola sono rappresentati solo dalle quote delle famiglie delle ballerine. Per gareggiare a New York abbiamo organizzato una raccolta fondi online e le più piccole hanno fatto un mercatino delle pulci. La ballerina non gode di sponsor come altri atleti, perché fondamentalmente la danza non è uno sport. È arte. In quanto tale viene sovvenzionata dal cuore delle persone”. A testimonianza di come la passione vada oltre la competizione, l’insegnante condivide un pensiero: “La gioia di Lisa e Lara nel vincere una borsa di studio per praticare danza all’estero sarebbe più grande del trionfo ai campionati del mondo. Sbaglio?”. La risposta delle ragazze non si fa attendere: “No, è vero!”.
Non solo danza, ma anche scuola. Per Lara quest’anno è tempo di maturità al liceo classico. “Vorrei poi continuare gli studi, ma non credo di abbandonare la danza. Troverò il modo di far coesistere entrambe le passioni”. Per Lisa - che frequenta il liceo delle scienze umane - la strada è l’insegnamento. “Di danza ovviamente! Già oggi presto assistenza alle ballerine più piccole e mi piacerebbe continuare con questo percorso”. Anche l’insegnante Barbara ha un sogno: “Disporre di una grande sala più palco con spettacoli nei weekend, anche per abituare il pubblico. Perché se la gente non vede l’arte della danza, come potrà amarla?”.
[Fabian Daum]